tag:blogger.com,1999:blog-13735221330146045572024-02-07T07:20:09.969+01:00L'omino Leo, blog personaleIl blog personale di Leonardo Rinaudo, l'omino con la chitarra.L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.comBlogger80125tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-78941914410208316842023-02-09T13:41:00.003+01:002023-02-09T13:41:27.130+01:00Corri felice Polly<p> Ti ho portata a casa la prima volta che eri impaurita, ma piena di speranza... ti ho portata a casa l'ultima volta che eri cenere.</p><p>Non so se io ti abbia dato abbastanza amore nella tua breve vita, probabilmente no e me ne dispiaccio; tu di sicuro a me hai dato così tanto amore da farmi sentire che potevo avere un posto nel mondo.</p><p>Corri felice Polly, spero di correre con te di nuovo un giorno, prima o poi.</p>L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-82527491233785149942021-11-18T14:16:00.005+01:002021-11-18T14:16:34.375+01:00Buon viaggio Mupi<p> La verità è che tutto finisce.</p><p>Certe cose vorremmo che non finissero, ma la regola crudele di questo mondo è che tutto finisce.</p><p>Finiscono i bei momenti, finiscono gli esseri viventi che amiamo e finiamo noi... vedendo finire piano piano tutto quello che amiamo e che ci da gioia.</p><p>E quando abbiamo perso così tanto da non avere più gioia... finiamo anche noi... ogni tanto è così doloroso che verrebbe voglia di finire in anticipo... così... giusto per metterla al culo a questa regola del cazzo del finire.</p><p>Buon viaggio Mupi, ti voglio bene.. </p><p>Se c'è qualcosa dopo, ci vediamo la.</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOWyBewvfP8j7RWovQcwJzUP7ET-MSmAB6gE-L9MVGxXUqHryCTi3dTYKXzoZXXZd51HrKH_jx-ObdHTczITFPy8oWKrySzy6Y51vDd7VsYpZEqbw-o9l_Seg_BHmwChtTp8NL8NA5Pbo/s794/Immagine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="708" data-original-width="794" height="570" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOWyBewvfP8j7RWovQcwJzUP7ET-MSmAB6gE-L9MVGxXUqHryCTi3dTYKXzoZXXZd51HrKH_jx-ObdHTczITFPy8oWKrySzy6Y51vDd7VsYpZEqbw-o9l_Seg_BHmwChtTp8NL8NA5Pbo/w640-h570/Immagine.jpg" width="640" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p>L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-64937594835670273372020-12-24T08:26:00.001+01:002020-12-31T08:27:58.647+01:00Auguri di buone feste<p style="text-align: center;"> Con questo video dei Just in Trio, auguro a tutti buone feste</p><p><br /></p>
<div style="text-align: center;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/RdRJnzCYANc" width="560"></iframe></div>L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-71968752038250689002020-09-12T00:37:00.000+02:002020-09-12T00:37:05.938+02:00Si chiamava Giuggiolona Muffin<p> Ci è finita per caso a casa nostra.</p><p>Mia moglie faceva volontariato in un centro di assistenza e recupero per i ricci e non c'era più posto per lei, un riccio troppo obeso per poter fare la palla ed andare in letargo... ed anche con qualche problema neurologico. </p><p>Era goffa, si muoveva male ed così bella e dolce da spezzarmi il cuore tutte le volte che la vedevo.</p><p>La sera, quando era ora di cena ci aspettava, noi dicevamo che "era al pub ad aspettarci".</p><p>All'inizio era un po' scontrosa, ma poi si è abituata a noi ed era contenta di vederci, quando l'abbiamo messa in giardino per l'estate ci veniva in contro, si faceva prendere in braccio ed a modo suo si faceva coccolare.</p><p>Era goffa ed inadatta alla vita così come l'ha pensata madre natura, ma lei se ne fotteva e passeggiava con il suo passo strambo in mezzo all'erba serena, tranquilla, padrona del suo spazio... c'era un onore ed un orgoglio in quel suo modo di muoversi che mi commuovevo ogni volta.</p><p>Certi esseri viventi ti entrano nel cuore e lo riempiono di cose belle... e rendono la tua vita più bella... e ti insegnano cose.</p><p>Se ne andata di colpo, soffrendo per una emorragia interna che noi non siamo stati in grado di individuare, l'abbiamo postata al centro dei ricci sperando che potessero aiutarla, ma era il suo momento.</p><p>Avrei voluto stare li vicino a lei mentre se ne andava, avrei voluto cantarle qualcosa e mettere il mio dito sulla sua zampina mentre se ne andava, ma non ho potuto... non ho potuto ringraziarla per aver reso la mia vita un po' più bella.</p><p>Si chiamava Giuggiolona Muffin.</p><p>Se c'è qualcosa dopo la morte... spero di trovarla che mi aspetta al pub.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKM0VGmSB9xuEvryocUexpFe9w3dvT3UCT4IaId1uCiNDdS00oQjKovw4C0IzE4mn_FeaHxakC_Vn8UrzA6LAHEaxuKlLkns9Gch3tgHnBxDDSIMHDo4lWhCvAgswbGbA93GjaNJXUJD0/s1600/ac6abceb-e8b9-415c-84a5-2275eb428d40.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="469" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKM0VGmSB9xuEvryocUexpFe9w3dvT3UCT4IaId1uCiNDdS00oQjKovw4C0IzE4mn_FeaHxakC_Vn8UrzA6LAHEaxuKlLkns9Gch3tgHnBxDDSIMHDo4lWhCvAgswbGbA93GjaNJXUJD0/w625-h469/ac6abceb-e8b9-415c-84a5-2275eb428d40.JPG" width="625" /></a></div><br /><p><br /></p>L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-84059329156410919692020-07-18T11:44:00.000+02:002020-07-18T11:44:16.910+02:00The Rain Song, la mia versione di questo immenso pezzo dei Led ZeppelinJimmy Page non è mai stato un guitar hero nel senso classico del termine, non è mai stato funambolico e non ha mai scritto pezzi impossibili da suonare. Il suo immenso merito è stato quello di aver scritto canzoni bellissime e di essere stato fra i primi a lavorare in modo davvero creativo con le accordature alternative. Mi permetto di dire che tutti i chitarristi acustici contemporanei che fanno cose pazzesche con le accordature alternative abbiano un immenso debito nei suoi confronti.<br />
Altro grande merito di Jimmy Page è stato scrivere canzoni bellissime che donano bellissime sensazioni.<br />
Ci ho messo tantissimi anni per avere il coraggio di approcciarmi ad uno dei suoi pezzi che preferisco: "The Rain Song" perchè riuscire a comprendere davvero questo pezzo e riuscire a trasmettere emozioni suonandolo è davvero difficile.<br />
Ma bando alle ciance, ecco la mia personale interpretazione di The Rain Song:<br />
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/XvRp7eqP0IQ" width="560"></iframe><br />
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<br /></div>
<br />L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-63759334104529189152020-04-10T07:19:00.000+02:002020-04-10T07:19:43.540+02:00Corona Virus e conseguenze musicaliQuesta pandemia ha bloccato tutte le attività musicali.<br />
Questa pandemia ha fatto si che io rimanessi due settimane chiuso in casa a suonare e riflettere sulla mia musica.<br />
Questa pandemia, insieme alla mia soffertissima uscita dal gruppo Not Very Blues, mi hanno portato ad avere il coraggio di iniziare un progetto di vita e musicale che da anni avevo nel cassetto e che non avevo il coraggio di iniziare.<br />
Da ora in poi l'Omino con la chitarra non sarà solo più un chitarrista che prova ad esprimere se stesso suonando in vari gruppi; adesso sarà anche un artista singolo che si proporrà da solo con canzoni di sua creazione oppure cover pesantemente ri-arrangiate alla sua maniera.<br />
L'obbiettivo e di potermi esibire da solo... a concorsi, nei locali, ovunque.<br />
L'idea è di collaborare, quando possibile e coerente, con altri artisti... ma è fondamentale il fatto di potermela cavare da solo... il fatto di non essere legato a nessuno e non dover rendere conto a nessuno... anche eventuali musicisti che collaborassero con me, saranno totalmente intercambiabili... tutti utili, nessuno indispensabile. Per fare questo dovrò migliorarmi un casino ed acquisire tutte le tecniche di finger-style... ci sarà da studiare e questo mi eccita e mi da forza... anche solo l'obbiettivo di diventare un bravissimo chitarrista finger-style è per me uno scopo di vita che rende il mio passaggio sulla terra degno.<br />
Ho creato una mia pagina Facebook ed ho creato il mio primo video, eccolo:<br />
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/Vg8ws28Cks8" width="560"></iframe>
</div>
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L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-15060896268275489462019-06-02T18:31:00.002+02:002019-06-02T18:31:49.645+02:00Secondo video dei Just in Trio<div style="text-align: center;">
Oggi è uscito sul tubo il secondo video dei Just in Trio</div>
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/Q6j74XlP0MI" width="560"></iframe></div>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-73828174033960381962019-05-13T07:46:00.000+02:002019-05-13T07:46:15.713+02:00Primo video dei Just in TrioCon felicità ed orgoglio annuncio l'uscita del primo video dei Just in trio in Studio live session.<br />
<div style="text-align: left;">
Registrato alla Kalakuta Recpublic Studio.</div>
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<br /></div>
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/e5FEKGB7X5w" width="560"></iframe></div>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-30290222198774011452019-03-16T08:48:00.000+01:002019-03-16T08:48:53.578+01:00Alle Svalbard in inverno (tratto da www.travelgudu.com)<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Tratto da hppts://travelgudu.com</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">La nostra avventura artica. Isole Svalbard. Neve. Ghiaccio. Renne. Motoslitta. Capottamenti e gimcane. Purtroppo niente orsi polari. Ma l’aurora boreale sì, quella l’abbiamo vista.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0L_jarW8ypGBL20Q_de8OO3ALVxPwjaDMIIwlmVglP09W1hI4ypwU2c7-LrRBup2A8raclTuQ9BwearZdUccret3HLB9eZQlfW-KvT0rx0yOITV7qz4Sg_QFCu2N51RJ1Rl-naUX_Sig/s1600/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="1024" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0L_jarW8ypGBL20Q_de8OO3ALVxPwjaDMIIwlmVglP09W1hI4ypwU2c7-LrRBup2A8raclTuQ9BwearZdUccret3HLB9eZQlfW-KvT0rx0yOITV7qz4Sg_QFCu2N51RJ1Rl-naUX_Sig/s640/03.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">La nostra Arctic Adventure è iniziata con un lungo viaggio per raggiungere queste sperdute isole nel Mar Glaciale Artico, le Isole Svalbard, 78° Nord, a circa 1000 km dal Polo Nord. Siamo partiti dall’aeroporto di Torino e dopo un breve scalo a Monaco, abbiamo trascorso la notte in un B&B vicino all’aeroporto di Oslo, da dove siamo ripartiti alla volta di Longyarbyen, il centro abitato più a nord dell’intero globo.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">In avvicinamento all’isola di Spitsbergen (la più estesa dell’arcipelago), il cielo sereno ci ha permesso di innamorarci delle Svalbard al primo sguardo all’oblò dell’aereo: una distesa di ghiaccio e neve incontaminati, puri, immacolati, a perdita d’occhio, fino a perdersi nel mare, due soli colori a riempire gli occhi. Blu e bianco. Cielo e mare, ghiaccio e neve. Con una spolverata di deboli raggi solari qui e là.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">’aeroporto di Longyarbyen è una piccola pista semighiacciata, la discesa dell’aereo ricorda incredibilmente i primi passi giù dalla scaletta a Windhoek. Se non fosse per i colori – così diversi -, per la densità dell’aria – così diversa – e sì, anche per la temperatura… Imbacuccati in cappuccio e guanti entriamo nel piccolo aeroporto, recuperiamo i nostri bagagli e aspettiamo il bus che traghetta i viaggiatori in corrispondenza di ogni atterraggio ed ogni partenza. Giungiamo al nostro hotel, il Coal Miner’s Cabins; impariamo subito a toglierci gli scarponi prima di entrare nei locali e scalzi ci abbarbichiamo sugli sgabelli per un pranzo a base di hamburger, pulled pork e patata al forno. Una volta rifocillati, siamo pronti ad avventurarci in città.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijrGaERMfPyvd9m-sGLGgch1C1WIsvTNVWZs9d0JeIxeEjrfqxLIQayAOJTorZuj0GxVazYlV1ToHCu6Hcn2tj40paD4XXBtgKJyhGVB_bYPjNGHGkA1uy8iiKjlY3LttcSh4271HzCoc/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="775" height="422" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijrGaERMfPyvd9m-sGLGgch1C1WIsvTNVWZs9d0JeIxeEjrfqxLIQayAOJTorZuj0GxVazYlV1ToHCu6Hcn2tj40paD4XXBtgKJyhGVB_bYPjNGHGkA1uy8iiKjlY3LttcSh4271HzCoc/s640/02.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhRswsYxy6DbVRttrqA5bvvMVoemIJNKnAmUfifBE7aDslielArefvHEZRyOI5sDHdoIXqV8uGlRmjU5JaSZ3nvdVOL7pXM9Lm4MeChOEjwDububv9Y0HrfsW-RTU59v3ECWmGMXx1RIE/s1600/04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="530" data-original-width="800" height="424" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhRswsYxy6DbVRttrqA5bvvMVoemIJNKnAmUfifBE7aDslielArefvHEZRyOI5sDHdoIXqV8uGlRmjU5JaSZ3nvdVOL7pXM9Lm4MeChOEjwDububv9Y0HrfsW-RTU59v3ECWmGMXx1RIE/s640/04.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Alle isole Svalbard c’è una “zona di sicurezza” che corrisponde grossomodo ai confini della città di Longyarbyen oltre la quale non ci si può avventurare da soli per il rischio di imbattersi negli orsi polari. Oltre questo confine, ci si muove minuti di fucile e – per noi stranieri – di guide armate. Non sapremmo dire quanto reale sia il pericolo orsi, ma deve essere piuttosto tangibile visto che durante la nostra escursione le guide non permettevano che ci allontanassimo più di una manciata di metri da loro.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Abbiamo gironzolato nella cittadina, percorrendo a piedi i 2 km circa che separano il nostro hotel dal centro; abbiamo curiosato nei negozietti, comprato un bel maglione a prova di gelo norvegese e passeggiato su e giù. La sera, ceniamo da Huset Bistrò, un buon pasto a base di salmone, merluzzo e vino; ritorniamo alla base nel buio dell’artico, scrutando speranzosi un cielo che non ci regala luci se non quelle delle mille stelle che sbirciano in giù.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8k1j-OfYNjDy9Zkd5dQXXZRbYpHR9DNxH8IcYXj0fQiASu-g-GRofg3uAfFbG0lo1IpIuMVWha_SHfKnvo6QdGKNkw2t3zLcyvknBsLW3xxVuRb7ofTIcYaSpgf6xAW13AQPQvcTnw4Y/s1600/05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="487" data-original-width="1024" height="304" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8k1j-OfYNjDy9Zkd5dQXXZRbYpHR9DNxH8IcYXj0fQiASu-g-GRofg3uAfFbG0lo1IpIuMVWha_SHfKnvo6QdGKNkw2t3zLcyvknBsLW3xxVuRb7ofTIcYaSpgf6xAW13AQPQvcTnw4Y/s640/05.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">La mattina successiva conosciamo Løvert (perdonaci se non è così che si scrive), una delle due guide che ci condurranno lungo fiordi e ghiacciai per due giorni. Ci porta nel quartier generale della </span><a href="http://www.basecampexplorer.com/spitsbergen/" rel="noopener noreferrer" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #727272; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Basecamp Explorer</a><span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"> dove conosciamo le altre persone che faranno parte della nostra spedizione: due inglesi – fratello e sorella, giunti alle Svalbard per il big birthday di lei (70 anni! che coraggio!), una coppia di spagnoli e la seconda guida, Matt, un ragazzo di Longyarbyen. Dopo un breve briefing, durante il quale veniamo a scoprire che molto probabilmente non sarà possibile raggiungere quella che avrebbe dovuto essere la nostra meta (Isfjord Radio a Cap Linné) per via delle condizioni meteo e durante il quale stabiliamo un piano alternativo, finalmente ci portano alle motoslitte. Qualche minuto per spiegarci il funzionamento e via!</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Ci lasciamo Longyarbyen alle spalle, presto intorno a noi si vede solo il bianco della neve e delle renne. Inizialmente timidi, presto prendiamo confidenza con le nostre vetture. Indossiamo delle supertute che ci tengono belli caldi, i guanti sono spessi e per di più il manubrio della motoslitta è un po’ riscaldato, quindi il freddo non ci tocca.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMXd4YqAJh9E6PDUYCJv2Oh1n-rc9t3V7llj8qWAXaZYAFRnb1H49JxH99NJHNNKMpbJlsTXGTxSbngXqUWbS7dEIb-IMHqMlLPZrcYN8Gf6j5wW5G2Zp84eaUqrukDWn1DHRic48ByGo/s1600/06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="563" data-original-width="1280" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMXd4YqAJh9E6PDUYCJv2Oh1n-rc9t3V7llj8qWAXaZYAFRnb1H49JxH99NJHNNKMpbJlsTXGTxSbngXqUWbS7dEIb-IMHqMlLPZrcYN8Gf6j5wW5G2Zp84eaUqrukDWn1DHRic48ByGo/s640/06.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Guidiamo per alcune ore, finché ci fermiamo accanto ad un capanno (la cui funzione è quella di rifugio “di sopravvivenza”) per pranzare. Dalla cassa caricata sulla slitta tirano fuori dei sacchettini arancioni di “curry cod”: riempiamo i nostri sacchettini liofilizzati di acqua calda e nel giro di pochi minuti ci pappiamo un pasto da esploratori nel mezzo del nulla dell’artico. Incredibile ma è buono, caldo, poi mangiamo della cioccolata e ci beviamo una bevanda calda e dolcissima a base di frutti rossi. In breve siamo rifocillati e pronti a ripartire. Le guide ci confermano che non potremo arrivare a Isfjord Radio per via delle condizioni del ghiaccio, per cui deviamo verso Barentsburg, dove arriviamo che ormai inizia a farsi buio. Non prima , però, che io mi capotti con la motoslitta! Non per imperizia alla guida (sia chiaro, eh!), ma a causa di un grosso lastrone di ghiaccio su cui il cingolo della mia motoslitta ha deciso di slittare irrimediabilmente fino a reincontrare, in maniera piuttosto traumatica, la neve gelata. Nessun danno comunque, solo una piccola ferita nell’orgoglio…</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho_x3XU48me9q7a1VoJVlkug5c9H2LmJTbxOcHzyJnIKn2DgnjjiiQfHRfJSNkw36C21zAbyO5ogpvx8MclOL8NxuDbAWNgOtwlsfrzbEtzjKCT6dKjHE3pTtY_mKcA2v3MzCTo2yO_d0/s1600/07.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="1024" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho_x3XU48me9q7a1VoJVlkug5c9H2LmJTbxOcHzyJnIKn2DgnjjiiQfHRfJSNkw36C21zAbyO5ogpvx8MclOL8NxuDbAWNgOtwlsfrzbEtzjKCT6dKjHE3pTtY_mKcA2v3MzCTo2yO_d0/s640/07.jpg" width="640" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS17d_eOXX27tH45qYQ6zOZKaR_4o1YjrzUHxzwLPzqQsLCHCX6GcjRAJeYjHcX3UAIjF9TM5ArRmm4EJZZJ6jwFov_ZwoF_QRlr4A80Bw9cu9plpYgpuGBgE_vFvL6gBIL3BAAq7IVu8/s1600/10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="530" data-original-width="800" height="424" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS17d_eOXX27tH45qYQ6zOZKaR_4o1YjrzUHxzwLPzqQsLCHCX6GcjRAJeYjHcX3UAIjF9TM5ArRmm4EJZZJ6jwFov_ZwoF_QRlr4A80Bw9cu9plpYgpuGBgE_vFvL6gBIL3BAAq7IVu8/s640/10.jpg" width="640" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOIOeECHBX0r96wBZbWjLvgz5Y4Xqoo-DQAhRmm8Q6Kvq47EGg7VCdaNRD1dZAsC1TCSEGaMxyr9Kdwy8UngqCqCCZe6akuaohmVk7jyRS48D4tCK1jeoDKKyQRzUg7KifHMuH_m0VrTw/s1600/11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="530" data-original-width="800" height="424" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOIOeECHBX0r96wBZbWjLvgz5Y4Xqoo-DQAhRmm8Q6Kvq47EGg7VCdaNRD1dZAsC1TCSEGaMxyr9Kdwy8UngqCqCCZe6akuaohmVk7jyRS48D4tCK1jeoDKKyQRzUg7KifHMuH_m0VrTw/s640/11.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Barentsburg è un posto a dir poco deprimente. Affacciato su un meraviglioso fiordo ghiacciato, è un insediamento di minatori russi ed ucraini, dove abbiamo pernottato un un hotel incredibilmente accogliente e cenato socializzando con una tavolata di russi che ha condiviso con noi biscotti, cioccolatini e vodka. Dopo un bel sonno ristoratore, al mattino ci infiliamo di nuovo i nostri tutoni anti-freddo, casco, stivali e guantoni e ripartiamo. Sulla riva del fiordo ghiacciato, il sole fa capolino all’orizzonte, inondando il paesaggio artico con i suoi deboli raggi e colorando di sfumature pastello il paesaggio. Ci addentriamo nei fordi, attraversiamo specchi di mare ghiacciato, scodando con le nostre motoslitte ingovernabili sulla superficie scivolosa; anche le altre due donne del gruppo cadono – questo conferma il detto “donna al volante pericolo costante?”. Chi lo sa. Però ci divertiamo, tanto, tantissimo. Abbiamo qualche problema meccanico con una motoslitta, la abbandoniamo per un tratto e poi torniamo a prenderla e miracolosamente dopo questa pausa che le abbiamo concesso riparte come se niente fosse. Noi Gudu ormai dominiamo le nostre motoslitte; sfioriamo i 6o km orari nelle pianure deserte, ci infiliamo nei canaloni ghiacciati, ci arrampichiamo a tutta birra su ripidi pendii. Uno spasso. Al tramonto, ci troviamo sulla collina dietro a Longyarbyen, la luce si fa più tenue, rosa arancione e viola e regala uno sguardo bellissimo davanti a noi. L’ultimo tratto lo percorriamo che è buio. Arriviamo a destinazione, abbandoniamo le nostre tute e torniamo al Coal Miner’s per aspettare la navetta che ci riporterà in aeroporto (ahimè, troppo troppo breve il nostro viaggio artico). Ceniamo mangiando con le mani ottime costine con salsa BBQ. Ciondoliamo sulle poltroncine bevendo tè e riguardando video e foto. D’un tratto, compare Løvert: “have you seen the northern lights?”. In un attimo ci infiliamo gli scarponi e ci scaraventiamo fuori dal locale; corriamo per allontanarci dalle luci e alziamo gli occhi. E lì, in cielo, la vediamo: l’aurora boreale. Difficile descriverla. Una luce verde, a tratti tenue e a tratti intensissima, che danza nel cielo. Restiamo a testa in su, emozionati, con il fiato sospeso, finché il cielo torna buio. Ormai è ora di andare in aeroporto, ma colmi delle mille emozioni che l’Artico ci ha voluto regalare. Ultima ma non ultima, l’aurora boreale.</span><br />
<br />
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">:::::::Info pratiche:::::::<br style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;" />Coordinate: <a class="external text" href="http://tools.wmflabs.org/geohack/geohack.php?language=it&pagename=Isole_Svalbard&params=78_13_00_N_15_33_00_E_type:isle" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;"><span class="geo-default" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"><span class="geo-dms" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;" title="Mappe, foto aeree e altri dati per questa posizione"><span class="latitude" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">78°13′00″N</span> <span class="longitude" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">15°33′00″E</span></span></span></a></em></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Dormire:</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"><a href="http://www.spitsbergentravel.com/start/accommodation/coalminerscabins/" rel="noopener noreferrer" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Coal Miner’s Cabins</a>. Stanzette piccole ma comodissime, bagni in comune ma in buon numero e puliti. Una sistemazione poco costosa tra quelle in città, ma di ottima qualità.</em></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Mangiare:</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Coal Miner’s Cabins Bar & Grill: hamburgeria, piatti semplici ma gustosi; da non perdere la patata al forno e la birra made in Svalbard.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"><a href="http://www.huset.com/en" rel="noopener noreferrer" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Huset Bistrò</a>: piacevole l’atmosfera, buono e un po’ ricercato il cibo, altrettanto il vino, servizio cortese e attento.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"><a href="https://en.visitsvalbard.com/food-and-drink/red-bear-pub-and-brewery-p3672623" rel="noopener noreferrer" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Red Bear Pub & Brewer</a>: pareti stracolme di ogni assurdità (compresi parabrezza di motoslitte e telefono vecchio stile che suona ogni tot), un grosso orso rosso in un angolo a salutarvi; questo pub nel bel mezzo del niente rappresenta ottimamente l’atmosfera assurda di questo avamposto minerario che è Barentsburg.</em></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Escursioni:</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"><a href="http://www.basecampexplorer.com/spitsbergen/" rel="noopener noreferrer" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Basecamp Explorer Spitsbergen</a>: ottime guide, perfettamente in grado di adattare l’escursione ad ogni necessità, preparate e simpatiche; buona organizzazione, forniscono tutta l’attrezzatura di cui si può aver bisogno. Costoso, ma sono stati soldi ben spesi. Tra l’altro, una parte della quota è destinata all’abbattimento delle emissioni di CO2, e vengono reinvestiti in un progetto di riforestazione in Kenya. Perché viaggiare ecosostenibile è ancora più bello.</em></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Pensieri sparsi:<br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"> Essere nel borgo abitato più a Nord del mondo. Camminare, guardare, annusare e respirare il sole all’orizzonte.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"> Guardare fuori dalla finestra bevendo birra artigianale e vedere una renna che bruca.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"> Togliersi le scarpe all’ingresso prima di entrare in ogni locale e sentirsi parte di una bizzarra comunità, quasi elitaria, di avventurieri, viaggiatori, sommelier di attimi di vita.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"> Sentirsi vecchi e giovani allo stesso tempo.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"> Abitudini diverse che ti fanno sentire però più a casa di molte di quelle che conosci da sempre.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"> Sostare per la notte in avamposti sconosciuti alla maggior parte del mondo eppure tappe obbligate e di culto per gli avventurieri.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"> Pisciare su di un ghiacciaio.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"> Guardare di notte il cielo che si colora e danza e canta come seguendo un indecifrabile e segretissimo scopo.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"> Le manopole riscaldate della motoslitta.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"> Il piacevole vizio dei popoli del nordici di riempire i bicchieri da vino fino all’orlo.</em><em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Passeggiare nel mezzo della notte artica.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;"> La guida che ti fa cenno che è il tuo turno di superare un passo difficile, l’adrenalina, la mano che trema un po’ sul manubrio ed il sorriso sulle labbra.</em></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Qui il video della nostra Arctic Adventure direttamente dal canale You Tube – enjoy!</div>
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/ohbM0dgQ5UA" width="560"></iframe>
<br />
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<br /></div>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-34359874929490375882019-03-13T06:52:00.001+01:002019-03-13T06:52:57.127+01:00Cose tipiche (e bizzarre) dei Giapponesi di cui non potrete più fare a meno<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Tratto da www.travelgudu.com</div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
I Giapponesi sono un popolo tecnologico e pieno di inventiva – lo sappiamo tutti. Hanno quella creatività un po’ astrusa che li porta sempre un passo avanti agli altri. Hanno quel lampo di genio che ti fa restare a bocca aperta e dire “no, ma come gli è venuto in mente?!?” e un istante dopo “come potevo vivere senza!”.<br style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;" />Ebbene: questa è la nostra personalissima top ten di cose tipicamente ed assurdamente nipponiche a cui ci siamo abituati in un baleno e di cui sentiamo disperatamente la mancanza ora che siamo in Occidente. <em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Enjoy!</em></div>
<h3 style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
1 – I konbini</h3>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Ah come ci manca il konbini! Per dirla semplice, il konbini è un supermercato, un “convenience-store”. Ma ovviamente no, non si può farla semplice. Perché sono nippo e al konbini ci puoi fare di tutto: la classica spesa, pranzare, prendere il caffè, comprare le mutande o qualche gadget tecnologico, spedire lettere, prelevare al bancomat, recuperare i bagagli, fare fotocopie, e chi più ne ha più ne metta! Konbini mon amour.</div>
<h3 style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
2 – I WC super-tecnologici</h3>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Ammettetelo: avrete guardato anche voi con aria incuriosita e diffidente quelle tazze super accessoriate, dicendovi che – da bravi italiani – finché avete il bidet non serve tutta sta plancia di pulsanti e sto tripudio di fontanelle. Beh, alla prima – ehm – funzione corporale in terra nipponica dovrete ricredervi. Intanto c’è la piacevole funzione di “riscaldamento del sedile”, utile in inverno (o quando si è febbricitanti e piuttosto che poggiare le chiappe sulla tazza ghiacciata la fareste nel pappagallo for ever). E poi la funzione “copri-rumore”, che crea una sorta di brusio di fondo o una musica che vi farà subito sentire come se non foste in un bagno pubblico (sì, anche e soprattutto nei bagni pubblici ci sono i wc futuristici!). E infine: la funzione bidet, versione donna, uomo e versione posteriore, con acqua miscelabile caldo/freddo a vostro gusto. No, sedervi sulla tazza di casa non sarà più la stessa cosa.</div>
<h3 style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
3 – I distributori automatici ovunque e le bevande improbabili e <em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">addictive</em></h3>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Ragazzi qua il sottotitolo è semplice: POCARI SWEAT! Ci siamo imbattuti in questa apparentemente anonima bottiglietta dall’etichetta blu e bianca nel 2013, quando Futami Hayase, la ragazza che per imparare l’inglese ci ha fatto da guida volontaria a Tokyo, ci ha consigliato di comprarne uno. Amore a primo sorso. Dipendenza +++. Mentre ne scriviamo abbiamo la bavetta stile Homer Simpson. Da quel momento, il Pocari ha accompagnato ogni escursione, ogni passeggiata, ogni viaggio in shinkansen, insomma: ogni istante.<br style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;" />E i distributori: ovunque, agli angoli delle strade, nelle stazioni, sotto i cavalcavia, nelle zone turistiche e non turistiche. Una garanzia. Stracolmi di bevande colorate e per lo più incomprensibili, sempre puliti, luminosi, vi fanno l’occhiolino sotto il caldo nipponico.</div>
<h3 style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
4 – Lo yukata</h3>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
A dirla tutta, lo yukata è un indumento tradizionale ma informale, di cotone, che viene indossato soprattutto in estate (è quello che, probabilmente, nell’immaginario occidentale viene identificato come kimono, che invece è un indumento formale, per le “grandi occasioni”). Ma lo yukata è anche – e soprattutto – una sorta di vestaglia che troverete nei ryokan, da indossare dopo il bagno nell’onsen. Se all’inizio vi sentirete un pelino imbarazzati a scendere in vestaglia per la cena kaiseki servita nel vostro ryokan tradizionale, presto questo indumento fresco e semplice diventerà il vostro migliore amico.</div>
<h3 style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
5 – I programmi TV demenziali</h3>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Immaginatevi sdraiati sul vostro tatami, appena usciti dall’onsen, con addosso lo yukata, prendere in mano il telecomando più come gesto abituale che per vedere davvero qualcosa – in fondo la tv parlerà giapponese, no? E poi pigiate on e venite scaraventati in un universo parallelo di assurdità così impensabili che non riuscite più a pigiare off. Tra i nostri preferiti: le interviste/presa in giro a chi è appena atterrato in aeroporto; le gare di “corsa” tra cuccioli di cane incredibilmente stupidi e indisciplinati; l’intervista ai due italiani nerd giunti a Tokyo per una gara di modellismo robot (e hanno anche vinto!); la trasmissione real time che segue poliziotti che arrestano ubriachi. Scendete in yukata e calzini al distributore del ryokan, prendetevi una tazza di noodles istantanei ed è fatta: siete nippo anche voi!</div>
<h3 style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
6 – Piedi scalzi, tatami e futon</h3>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Probabilmente non tutti sono amanti dello stare per terra quanto me, che viaggio scalza per casa e mi corico sul nudo pavimento accanto alla stufa. Senza dubbio i Giapponesi lo sono. Togliersi le scarpe prima di salire sul tatami ed entrare in una casa (o in alcuni ristoranti) è un rito, non solo un gesto di educazione: lasciando le scarpe sulla soglia, ci si “sveste” dell’esterno per entrare in una dimensione più intima. Camminare sul tatami che non fa rumore, strusciando un po’ i piedi, come abbiamo visto fare nei manga, a piccoli passetti. Srotolare ogni sera il proprio futon a terra – parrebbe scomodo e invece è incredibilmente funzionale: nei micro-appartamenti giapponesi si risparmia molto spazio riponendo il materasso nell’apposito armadio. Per non parlare dell’incredibile comodità di riposare a terra sul doppio strato di tatami e futon. Sì, è un’altra di quelle cose che, tornati in Patria, cercherete disperatamente di replicare.</div>
<h3 style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
7 – Le macchine-scatoletta</h3>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Piccole macchinette corte e un po’ più alte rispetto a quelle occidentali, super comode, super spaziose, super funzionali. La nostra preferita senza dubbio la Lapin. Belle da guidare e belle da vedere in giro per la città.</div>
<h3 style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
8 – I chioschi mono-piatto</h3>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Disseminati ovunque, in città e in campagna, questi banchetti o micro-locali offrono sostanzialmente un singolo piatto o, nella migliore delle ipotesi, qualche variazione di un singolo piatto. Dal carretto che vende ananas ghiacciato a bordo strada al soba-shop della nonnina di Magome, dal locale dove accompagnano yakitori e origami al negozio che vende succo di arancia allo stato solido o liquido (per il gassoso si stanno attrezzando): questi punti di prima necessità vi saranno preziosi.</div>
<h3 style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
9 – Gli ombrelli, con la pioggia e con il sole</h3>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Appena si arriva in Giappone viene forse da chiedersi come mai, senza una nuvola in cielo, tutti ma proprio tutti abbiano appeso al braccio un ombrello. Di quelli anonimi pure, mica una roba modaiola: media dimensione, trasparente bianco. Tutti con lo stesso ombrello. Nel giro di un giorno al massimo si chiarisce il perché: gli acquazzoni in Giappone (almeno nel periodo estivo in cui siamo andati noi) sono frequentissimi. Saggi, questi Giapponesi, anche perché fuori dai locali o dagli uffici ognuno ripone l’ombrello e all’uscita non importa quello che prendi, tanto sono tutti uguali! Come eliminare i furti 2.0. E poi ci sono gli altri ombrelli, quelli fashion, quelli glamour. Che mica li usano per la pioggia, quelli, ma per pararsi dal sole. Colorati, ricamati, pizzosi, se ne fanno vezzo donne e uomini. Très chic.</div>
<h3 style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
10 – Le riproduzioni in plastica dei piatti, fuori dei ristoranti</h3>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Beh, di queste non sentiamo la mancanza. Kitsch all’inverosimile, si riveleranno presto preziosissimi quando dovrete ordinare un pasto interfacciandovi con gente che non capisce neppure quando scandite “two-ya-ki-to-ri” indicando 2 con le dita (ndr yakitori è una parola giapponese, sono degli spiedini). E detto da una che aborre i menù con le foto dalla notte dei tempi (meglio digiunare che mangiarci), potete crederci: dopo un po’ sarete stanchi di gesticolare e balbettare sillabe anglo-nipponiche e ringrazierete di poter ordinare additando.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfeBWzOHoIcFaEZ4os_sI-3hgO0VyDD0Bukd1kA9_Xg6LDTP9-k3XgAZnhGhni-uiWLN7bOPB5UWxOnbjel6OhSKxWZNpDFC18JIwHawD5u1U5tHeBcKW_CbHbXC2DX9uBTGy9CL3-9Hw/s1600/07.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="344" data-original-width="640" height="344" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfeBWzOHoIcFaEZ4os_sI-3hgO0VyDD0Bukd1kA9_Xg6LDTP9-k3XgAZnhGhni-uiWLN7bOPB5UWxOnbjel6OhSKxWZNpDFC18JIwHawD5u1U5tHeBcKW_CbHbXC2DX9uBTGy9CL3-9Hw/s640/07.jpg" width="640" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3Xf90EwnGpbOcaZWoFwpvJjErofeDpKMDRYEh4hMHg1NCPNRqqJEH6ETugIduKPepdKuc0EGi2twAYGVBWP1FqfbfPO7TlXHpRqUCoF-u0iJnAVamd2g_nStqGtsUnQKkTwHnSP2oVio/s1600/08.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="428" data-original-width="640" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3Xf90EwnGpbOcaZWoFwpvJjErofeDpKMDRYEh4hMHg1NCPNRqqJEH6ETugIduKPepdKuc0EGi2twAYGVBWP1FqfbfPO7TlXHpRqUCoF-u0iJnAVamd2g_nStqGtsUnQKkTwHnSP2oVio/s640/08.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
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<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="letter-spacing: 0.56px;">Ora non vi resta che partire e verificare con i vostri occhi!</span></div>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-32038360090428074552018-11-30T07:29:00.000+01:002018-11-30T07:29:56.149+01:00Giappone, Kumano Kodo: onsen o non onsen (tratto da www.travelgudu.com)Tratto dal blog di viaggio <a href="https://travelgudu.com/">Travel Gudu</a>.<br />
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<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
L’ultima tappa. Dopo due settimane di Giappone e Giapponesi, alcune cose iniziano ad infastidire alternativamente una metà di noi. Come l’assoluta assenza di flessibilità. O come la salsa di soia ovunque. Ma ancora ci siamo dentro, ancora vogliamo muoverci, scoprire la penisola montagnosa di Kii, camminare lungo le vie di pellegrinaggio del Kumano Kodo, allontanarci dai circuiti turistici ed addentrarci nel Giappone dei Giapponesi. Mangeremo cibo al sapore di salsa di soia ancora per un paio di giorni.</div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Come in un film di Miyazaki, ci inerpichiamo lungo un tortuoso percorso per stradine di montagna con la nostra Toyota-scatoletta. Ci fermiamo lungo la strada in un posto che in Italia sarebbe “da camionisti”, dove ordiniamo additando ciò che di commestibile compare nel piatto di altri commensali; scopriamo così che hamburger si dice <em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">hamburgero</em> e ci pappiamo qualcosa di vagamente occidentale e vagamente orientale insieme. Buono. Ripartiamo, per arrivare, attraversando microscopici agglomerati di casupole, al paese di Yunomine. Il nostro ryokan, un po’ lontano dal centro, è accogliente, proprio come il proprietario, un uomo gentile e dall’inglese impeccabile… Chi l’avrebbe detto: nipponici impiegati edokiani (avremmo scritto tokyesi, ma Treccani ci ha corretti) sordi all’anglosassone idioma e poi nel bel mezzo del niente quest’uomo che finalmente ci comprende. Ci lanciamo immediatamente a chiedere se l’onsen del ryokan è aperto anche a chi ha tatuaggi (in passato non riuscire a chiederlo ci ha fatto desistere): la risposta è sì! Yuppie!</div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Dedichiamo il pomeriggio al relax e all’onsen. Le regole giapponesi per l’onsen sono (naturalmente) rigorose: sessi separati, si entra in yukata, ci si sveste e ci si lava meticolosamente irrorandosi con doccette o secchiate appollaiati su bassi sgabellini. Una volta che si è belli puliti, si può entrare nell’acqua termale. Il nostro ryokan ha due vasche termali al chiuso e due all’aperto, oltre a due vasche più piccole per “famiglie”. Il primo giorno, con la timidezza di <em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">gaijin</em> fuor d’acqua, scegliamo l’onsen privato, ma il secondo giorno – finalmente – ci buttiamo: ora siamo un po’ nipponici anche noi, lì, nudi nell’acqua rovente dall’odore vagamente sulfureo ad osservare il cielo ripulendoci mente e corpo.</div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
La sera il nostro amico occhialuto e gentile ci accoglie per la cena. Il menù di specialità kaiseki è straordinario (e illustrato in inglese, con vignette che spiegano bene come mangiare i vari cibi – nel 2013 era stato complicato gustarci quei manicaretti senza capire bene cosa fossero o come dovessero essere assaporati). E iniziano le danze: sashimi, una zuppetta di patate e funghi, capasanta al forno, un tofu buono (dio-solo-sa-come-sia-possibile!), la famosa carne marmorizzata da far grigliare insieme a delle verdurine, un pesce arrostito allo spiedo, e chissà cos’altro non ricordiamo più… tutto squisito. La seconda sera, replay ma con piatti differenti, ancora ottimi.<br />
La colazione un pochino più dura, ma alla fine il porridge di riso e acqua termale non è male come la descrizione potrebbe far pensare.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuuCG7QquuV3IKwZ06RPgWQICmflWwvMs1FaOcwMfCnVxHyUJ7bBuZy4qoK5zmJf6F6Kwd8B6OBCF1dW0St6Ef84aVYEq0WL6Al1FQed2f9dQBVnJXediM7XEqCFq-TD_yiur1aT-4TBM/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="1024" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuuCG7QquuV3IKwZ06RPgWQICmflWwvMs1FaOcwMfCnVxHyUJ7bBuZy4qoK5zmJf6F6Kwd8B6OBCF1dW0St6Ef84aVYEq0WL6Al1FQed2f9dQBVnJXediM7XEqCFq-TD_yiur1aT-4TBM/s400/01.jpg" width="400" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUQ-odxIaeXYZAc6DjSibn9cX5oVwiQFJvCOhbDDnael0HYejOtMsOzILFndylmtQ2xoFm_0K5vpdFhWPOnCjEn8GyoEuUyLZXghVnuiZ1lB9-pu4XGpw6wDVwivHvMoogaPr3gZf4G94/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="1024" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUQ-odxIaeXYZAc6DjSibn9cX5oVwiQFJvCOhbDDnael0HYejOtMsOzILFndylmtQ2xoFm_0K5vpdFhWPOnCjEn8GyoEuUyLZXghVnuiZ1lB9-pu4XGpw6wDVwivHvMoogaPr3gZf4G94/s400/02.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Siamo agli ultimi giorni di viaggio, un po’ stanchi per le lunghe escursioni, un po’ nostalgici della nostra family lontana e insieme con il cuore un po’ appesantito dall’imminente rientro, decidiamo di prendercela con calma. Facciamo una passeggiata lungo le vie di pellegrinaggio del Kumano Kodo, acquistiamo in un negozietto alcune cibarie che riusciamo a riconoscere nonostante le scritte illeggibili; partiamo dal tempio Kumano Hongū Taisha, ci incamminiamo per un un po’, ma poi decidiamo di tornare indietro e di non fare tutto il percorso dell’Hongu Loop. Torniamo al ryokan e ci abbandoniamo mollemente nell’onsen.</span></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="letter-spacing: 0.56px;">Il pellegrinaggio del Kumano Kodo è “gemellato” con il decisamente più famoso Cammino di Santiago: chi percorre entrambi i cammini è un “</span><a href="http://dual-pilgrim.spiritual-pilgrimages.com/" rel="noopener" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit; color: #727272; letter-spacing: 0.56px; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">dual pilgrim</a><span style="letter-spacing: 0.56px;">” e può ricevere un certificato con la conchiglia e il corvo a tre zampe. Lo abbiamo messo nella wishlist, chissà…</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNKiU2Z-Me9fBtTh5AYS4iPaoeumWjkNuj1gJ0Fr0ydCVWKbjRVtX_lO4M6BOkLmJ9kGxGWJDzJDJfb6D7zkBLczt878E5whS3uZTdgHY4nw1ErKX9mCOpJWqMqdmOi1JipPVq0uDI4z8/s1600/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="767" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNKiU2Z-Me9fBtTh5AYS4iPaoeumWjkNuj1gJ0Fr0ydCVWKbjRVtX_lO4M6BOkLmJ9kGxGWJDzJDJfb6D7zkBLczt878E5whS3uZTdgHY4nw1ErKX9mCOpJWqMqdmOi1JipPVq0uDI4z8/s400/03.jpg" width="400" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0LGabakfl4dJ_eDUKhBe9DPOazpK_R-T3iZ-Ha1HRFvtTkfuinKztfK3TJK18H0fSJWEuVbB5m5dypjouZ44EFnuJOAVXw8cTv86agYA8rm3re31eH3QMX6ibkTPNUhqk4EmovrsEONs/s1600/04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="767" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0LGabakfl4dJ_eDUKhBe9DPOazpK_R-T3iZ-Ha1HRFvtTkfuinKztfK3TJK18H0fSJWEuVbB5m5dypjouZ44EFnuJOAVXw8cTv86agYA8rm3re31eH3QMX6ibkTPNUhqk4EmovrsEONs/s400/04.jpg" width="400" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGPy8JWiaqytbLKj9sJmI0PRi6a_ccoR-JOW3gMLiT5TLT5pZnmWrCRq8oBuTf7smh_mb8lx4tNqhtxGLSRhot75ZiAul_Uk86U7tHOA3VP8qL7D-AUcYDT5qhh6JbUZ8Yu_aAUHS_P9Q/s1600/05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="1024" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGPy8JWiaqytbLKj9sJmI0PRi6a_ccoR-JOW3gMLiT5TLT5pZnmWrCRq8oBuTf7smh_mb8lx4tNqhtxGLSRhot75ZiAul_Uk86U7tHOA3VP8qL7D-AUcYDT5qhh6JbUZ8Yu_aAUHS_P9Q/s400/05.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">L’ultimo giorno infine arriva. Lasciamo il ryokan e saliamo sulla nostra scatoletta, percorriamo la strada che risale lungo la costa della penisola. Ci fermiamo a Wakayama, località marittima, ma è il primo settembre e la stagione balneare nipponica a quanto pare è finita. Poco importa che ci sia un sole cocente o che sia venerdì pomeriggio: lo stabilimento è chiuso. Chissene. Ci infiliamo i costumi in auto, ci buttiamo in mare lo stesso poi, pieni di sabbia e salsedine tentiamo di sciacquarci nel lavapiedi (unica fonte di acqua dolce rimasta agibile) turbando mamma e figlio nipponici. Risaliamo in auto, arriviamo all’aeroporto di Osaka con ampio anticipo. La Toyota ci restituisce pure qualche soldo per aver riportato l’auto prima dell’orario stabilito. Ci annoiamo su e giù per l’aeroporto in attesa del volo; prima di imbarcarci ceniamo bevendo una birra nipponica niente male.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7-K4E-6mHJeuxmhJVIz_Pe40vGPegfyDf5N6RqZTQVw3THiHB3Hlg_5wyfgsLbqfjSLve4ur19W6GXYNU7pqq8I4A4e30_WWMkblzfToXF1oJooCGUui_8n9P6oPbaQBfSAiQJ2X1p2c/s1600/06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="555" data-original-width="987" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7-K4E-6mHJeuxmhJVIz_Pe40vGPegfyDf5N6RqZTQVw3THiHB3Hlg_5wyfgsLbqfjSLve4ur19W6GXYNU7pqq8I4A4e30_WWMkblzfToXF1oJooCGUui_8n9P6oPbaQBfSAiQJ2X1p2c/s400/06.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">E infine via, in aereo, il lungo viaggio di ritorno. Tornati, impieghiamo un pochino ad abituarci a non fare quel piccolo gesto di inchino che abbiamo imparato. Sono queste piccole sceme cose, che ti restano addosso e che non si possono scordare, a mostrare all’esterno quanto il viaggio – ogni viaggio – ci abbia cambiato dentro.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">:::::::Info pratiche:::::::</em></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Regione: Kumano</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Prefettura: Wakayama</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Ryokan (consigliatissimo): <a href="http://www.yunominesou.com/ENGLISH/Eindex.html" rel="noopener" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Yunomineso Ryokan</a></em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Attività:</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Guidare un’auto-scatoletta sulle stradine strette, desolate e tortuose dei monti del Kumano. Fatto. Voto 5/10 (bene, ma non benissimo).</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Passare sotto il torii più grande del mondo. Fatto. Voto 3/10 (era banalmente in cemento armato).</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Trovarsi disperati per la fame in mezzo al nulla, fermarsi nella bettola meno probabile del mondo e trovare un hamburger. Fatto. Voto 8/10.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Scoprire che esiste un piatto a base di tofu effettivamente buono: Fatto. Voto 7/10</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Rilassarsi fin quasi allo svenimento in una pozza di acqua bollente nel mezzo di un bosco (dicesi onsen). Fatto. Voto 8/10.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Convincersi di aver comprato del pane in cassetta e ritrovarsi per pranzo invece un dolce coi i fagioli. Fatto. Voto 5/10 (di nuovo bene, ma non benissimo).</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Fermarsi in mezzo ai monti e bere una strana bevanda creata da due strane vecchiette. Fatto. Voto 9/10 (buonissima!).</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Fare l’aperitivo a base di sakè bevuto in un bicchiere di ghiaccio. Fatto. Voto 10/10.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Scandalizzare i Giapponesi facendo il bagno in mare circa 14 ore dopo la fine della stagione balneare ufficiale Fatto. Voto 9/10.</em></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Indice di fastidio umanità: 3/10 JarJar. Poca gente in questa zona.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Indice di bellezza: 7/10 sakura. Più che di bellezza sarebbe meglio parlare questa volta di “Atmosfere che creano bellezza”.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Indice di ordine/rigore/incasellamento mentale: 10/10 Sheldon Cooper.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Indice di dipendenza da Pocari: 7/10 Pocari. Nelle escursioni è sempre apprezzato.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Indice di afa: 50 mm di sudore.</em></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Qui l’ultimo video del “nostro” Giappone direttamente dal canale You Tube – enjoy!</div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/0BZ0I-ycKJs" width="560"></iframe>
</div>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-73222963723318036272018-11-27T07:39:00.000+01:002018-11-27T07:40:17.386+01:00Giappone, Koya-san: vita al monastero (Tratto da travelgudu.com)<br />
Tratto dal Blog <a href="https://travelgudu.com/">Travel Gudu</a><br />
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<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Ci avviciniamo alla fine del racconto del nostro viaggio in Giappone. La penultima tappa è stata per noi il monte sacro Koya-san, luogo fondato da Kōbō Daishi dove sono ubicati oltre un centinaio tra templi e monasteri. Noi ci siamo andati affittando una epica “macchina-scatoletta” giapponese e abbiamo pernottato alla foresteria del tempio Sekisho-in.</div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Ma partiamo dalla scatoletta: già dal <a href="http://ominoleo.blogspot.it/2013/09/the-gudus-nippo-experience-part-1.html" rel="noopener" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">primo viaggio in Giappone del 2013</a> non abbiamo potuto evitare di innamorarci delle “macchine-scatoletta” giapponesi: parallelepipedi che rotolano per le tortuose strade nipponiche, queste macchinette racchiudono in un volume minimo tutto lo spazio che si può desiderare. Efficienti e tascabili, permettono di muoversi comodamente in città e non solo. Noi abbiamo noleggiato una <a href="https://www.topgear.com.ph/news/car-news/the-toyota-pixis-joy-is-meant-to-put-a-smile-on-your-face-a49-20160902" rel="noopener" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Toyota-scatoletta</a>: dotata di navigatore in giapponese super-loquace, che è stato prezioso nel portarci a destinazione perché – meraviglia delle meraviglie – anche se non si capisce un tubo di kanji & co, basta avere il numero di telefono del posto dove si vuole arrivare ed è fatta! Inoltre, per evitare incomprensioni ai caselli autostradali, si può affittare anche una sorta di telepass e pagare i pedaggi direttamente con addebito su carta di credito.<br />
Dopo un breve briefing a gesti con l’impiegato dell’autonoleggio, siamo partiti alla volta del tempio che ci avrebbe ospitati a Koya-san.</div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Dopo un paio d’ore di strada, siamo arrivati a Koya-san: una lunga strada affiancata da templi e monasteri ed invasa da pellegrini. Inaspettatamente abbiamo scoperto di non essere gli unici bianchi, anzi: pare che la destinazione sia piuttosto gettonata nei paesi occidentali (nulla in confronto a Kyoto, comunque). Dopo aver finalmente individuato il nostro monastero, abbiamo lasciato l’auto e siamo andati a “registrarci”: un burbero monaco dall’inglese piuttosto comprensibile ci ha forniti di braccialettino multicolore (tipo villaggio-vacanze) e ci ha portati alla nostra stanza. Dal piccolo balcone la stanza (rigorosamente tatami e fouton) si affacciava sul giardinetto interno del tempio, splendido.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2otDMmpMZ2rvVGfsSDjBUH5ZYMHHHeBNUH0qx7bwXKop0GbiAXfLXl32i19Dbp0yXTqEMAG6XCzXq0RYsxRIoUpCXA-M14AFMRThdeAJrX3OylQkXN3AG0EJSc7y2LaWdNhJ2-i32Gjo/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="987" data-original-width="987" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2otDMmpMZ2rvVGfsSDjBUH5ZYMHHHeBNUH0qx7bwXKop0GbiAXfLXl32i19Dbp0yXTqEMAG6XCzXq0RYsxRIoUpCXA-M14AFMRThdeAJrX3OylQkXN3AG0EJSc7y2LaWdNhJ2-i32Gjo/s400/01.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="letter-spacing: 0.56px;">Cosa fare/vedere a Koya-san? Naturalmente avrete di che sbizzarrirvi con la visita ai templi: in particolare il Daimon, cancello di ingresso, la pagoda del Konpon Daito, il tempio Kongobu-ji e immancabile il Mausoleo di Kobo Daishi all’interno del cimitero Oku-no-in. Vi consigliamo il tour guidato notturno al cimitero, che parte dal tempio Ekoin: le guide parlano un ottimo inglese, raccontano aneddoti e spiegano aspetti religiosi/spirituali interessanti; sulla via del ritorno, potrete allontanarvi un pochino dal gruppo e godervi l’atmosfera pacata e surreale del cimitero. Dal tempio arrivano i canti dei monaci che vegliano Kobo Daishi, che si dice sia in eterna meditazione all’interno del suo mausoleo. Tornateci anche di giorno, naturalmente.</span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3o3ZoVL1GLdX71T6wJXeibFvlDsVwF9cnrJv9iITkXxUShN4s-cB3kMh5XN9zDCOWpWZ0e46NgMiDA9k9qDKs_lW2zPnFk0fDH7xMzTTElEnHn9H2ZNFCNSZBflf7fO32hNQr6YJ3kAA/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="660" data-original-width="987" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3o3ZoVL1GLdX71T6wJXeibFvlDsVwF9cnrJv9iITkXxUShN4s-cB3kMh5XN9zDCOWpWZ0e46NgMiDA9k9qDKs_lW2zPnFk0fDH7xMzTTElEnHn9H2ZNFCNSZBflf7fO32hNQr6YJ3kAA/s400/02.jpg" width="400" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpWP66UwupJvuy-YAt_zdjVQCWvGhUxXPanKOatRq5ihyphenhyphenCGHm4h01wIGIUZeFnXawPCxzcYUOlIXS79_n-2AHy9wiYPXRFA5eIZB8iVuKpuerXxNAloN4FmOfqwcwvg952WtpeLEJx8wY/s1600/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="660" data-original-width="987" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpWP66UwupJvuy-YAt_zdjVQCWvGhUxXPanKOatRq5ihyphenhyphenCGHm4h01wIGIUZeFnXawPCxzcYUOlIXS79_n-2AHy9wiYPXRFA5eIZB8iVuKpuerXxNAloN4FmOfqwcwvg952WtpeLEJx8wY/s400/03.jpg" width="400" /></a></div>
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<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="letter-spacing: 0.56px;">Un altro aspetto della nostra esperienza a Koya-san è stato vivere un giorno assieme ai monaci. Svegliarci al mattino presto e partecipare ad una delle loro cerimonie mattutine. Ma anche mangiare il loro cibo: una cucina ben piantata nella centenaria tradizione buddista, vegetariana, salutare. E fredda: tutto il cibo inesorabilmente freddo – riso a parte, grazie al cielo. All’ora della cena, allertati dal gong, ci dirigiamo tutti (chi in yukata, chi in borghese) nella sala refettorio, dove due lunghe file di vassoi ci attendono appoggiati a terra e pieni di ciotoline di ogni forma e dimensione. Il menù prevedeva: tempura (fredda), sottaceti (freddi), Koya-dofu ovvero una spugnetta di tofu (fredda) dal sapore indescrivibile (in senso negativo), altre cose non chiaramente identificabili anch’esse dal sapore non esattamente buono (fredde), riso a ciotolate e tè verde a fiumi, una fetta di melone (gnam), delle gelatine supercolorate dal gusto vacuo. Immaginateci seduti a terra, nel silenzio totale, controllati a vista dai monaci mentre assaggiamo quei manicaretti ostili… E il meglio doveva ancora venire! La colazione del giorno dopo? Idem, ma con Goma-dofu (tofu al sesamo, leggermente meno cattivo di quello liofilizzato della sera prima) e senza melone… gnam gnam…</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGzVzdAE6Tt_hbgwtN7wAq7PZlFDvwFNaq7RQzUl7-nUDeh6OCage-c4DCBnLEREuxXm60rF9P0r1U-FX25rOZq1f8KrtsrpiPDwWufOK2YNu7bsBqD2d0jQqqb8KFWd6mDbdxb5qOh4U/s1600/04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="842" data-original-width="563" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGzVzdAE6Tt_hbgwtN7wAq7PZlFDvwFNaq7RQzUl7-nUDeh6OCage-c4DCBnLEREuxXm60rF9P0r1U-FX25rOZq1f8KrtsrpiPDwWufOK2YNu7bsBqD2d0jQqqb8KFWd6mDbdxb5qOh4U/s400/04.jpg" width="266" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj3xDY2BsADQUYz8CkrRKooQcENdrCe8VtNCy868tVPEG2Uj8xNphA3nkrxLBfZVNZS1BewKxfeNfV0TwpSMfzN4Z-CmzzR_2AjeFrJBbfVg9aiBTTP_JMb0sHoMJhVRQouSvaFRgJn8E/s1600/05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="767" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj3xDY2BsADQUYz8CkrRKooQcENdrCe8VtNCy868tVPEG2Uj8xNphA3nkrxLBfZVNZS1BewKxfeNfV0TwpSMfzN4Z-CmzzR_2AjeFrJBbfVg9aiBTTP_JMb0sHoMJhVRQouSvaFRgJn8E/s400/05.jpg" width="400" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuUInpBqHUvNdQtvw0sAfqwUrDc94AtfpVJJ7drGXF-wBnefUWXyFHvv8e5Qar0Vzf-NsEy4r3ub9kEy9dN4nou_IW_070reENOnVsWfTrzxBeHZZSduRgylN5XAURx9E0O22A0zt-lUE/s1600/06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="767" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuUInpBqHUvNdQtvw0sAfqwUrDc94AtfpVJJ7drGXF-wBnefUWXyFHvv8e5Qar0Vzf-NsEy4r3ub9kEy9dN4nou_IW_070reENOnVsWfTrzxBeHZZSduRgylN5XAURx9E0O22A0zt-lUE/s400/06.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Abbiamo lasciato Koya-san spiritualmente grati e gastronomicamente provati, pronti a dirigerci verso l’ultima tappa del viaggio: la regione del Kumano Kodo.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">:::::::Info pratiche:::::::</em></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Regione: Kansay</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Prefettura: Wakayama</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Shukubo (foresteria dal tempio): <a href="http://eng.shukubo.net/temple-lodging.html" rel="noopener" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Sekisho-in</a></em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Attività:</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Guidare un’auto-scatoletta nel mezzo del traffico pazzesco di Osaka. Fatto. Voto 4/10.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Mangiare riso al vapore e tofu a colazione. Fatto. Voto 2/10</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Provare l’ebrezza di eludere il coprifuoco dei monaci buddisti per andare a spasso nel cimitero: Fatto. Voto 9/10</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Agognare un panino al crudo come i drogati di Porta palazzo a Torino. Voto 3/10.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Fare commenti idioti sul cibo del tempio salvo scoprire che vicino a noi era seduta una famiglia mista italo/nipponica che capiva tutto. Fatto. Voto 7/10</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Emozionarsi di fronte al mausoleo da Kobo Daishi. Fatto. Voto 8/10.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Passeggiare da soli nella notte fra altari, tombe e scoiattoli volanti. Fatto. Voto 9/10</em></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Indice di fastidio umanità: 8/10 JarJar. Tanta gente, tranne che al cimitero.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Indice di bellezza: 7/10 sakura.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Indice di fame: 10/10 piatti di agnolotti al plin… Il mio onore per una salsiccia di Bra!</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Indice di imbarazzo gastrico di fronte al menù buddo-vegan: 7/10 imodium.</em><br />
<em style="-webkit-font-smoothing: antialiased; box-sizing: inherit;">Indice di afa: 50 mm di sudore.</em></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
Qui il video delle nostre esperienze di guida giapponese e del monte Koya dal nostro Canale Youtube – Enjoy!</div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/Rc9vtwrP9Xo" width="560"></iframe>
</div>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-42407738774119877472018-11-20T07:35:00.000+01:002018-11-20T07:35:27.089+01:00Kyoto: un tot al mq (tratto da www.travelgudu.com)<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Tratto da <a href="http://www.travelgudu.com/">www.travelgudu.com</a></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Da dove iniziare a raccontare di Kyoto? Abbiamo rimandato questo post ancora e ancora perché racchiudere Kyoto in qualche paragrafo ci sembra impossibile. Kyoto è straordinaria. E’ anche terribilmente gettonata dai turisti (purtroppo), ma è una città dove potremmo trasferirci dopodomani. Questa è stata la nostra seconda volta a Kyoto e ce la siamo goduta ancora più della prima: per quattro giorni abbiamo vissuto in un appartamentino di tatami nei pressi di Gion, abbiamo trovato l’okonomiyaki migliore di sempre, visitato i luoghi “must-see” e scovato qualche piccola perla priva di turisti. A Kyoto bisognerebbe restare una settimana un mese una vita e probabilmente continuerebbe a regalare istanti.</div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Vogliamo raccontarvela così</div>
<h3 style="background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
Cose che abbiamo visto e rivisto e non ci hanno stufato (imperdibili)</h3>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Il <em style="box-sizing: inherit;">Fushimi Inari-taisha</em>: purtroppo la prima volta ce lo eravamo persi. Meravigliose, come molti avranno visto in mille fotografie, le gallerie di torii rossi, investiti dal sole in un gioco di ombre infinito. Altrettanto bella la salita in cima alla collina, in parte perché parecchi turisti rinunciano ad arrivarci ma soprattutto perché lassù in punta vieni accolto da un laghetto, con statue di volpi e fumo di candele e incenso. E’ lì che resta parte della spiritualità, è lì che si rifugiano i kami.<br />
Il <em style="box-sizing: inherit;">Bosco di Bambù ad Arashiyama</em>: un altro posto sovraffollato di turisti. Ma bello e allora si sopportano pure i turisti – e le zanzare! Noi ci siamo andati verso l’imbrunire, quando i colori e le luci accese agli altari fanno l’occhiolino, quando il verde invade il pulviscolo atmosferico cancellando le altre tonalità.<br />
<em style="box-sizing: inherit;">Il cammino del Filosofo</em>, da passeggiare mollemente guardando i propri piedi, qualche piccolo negozio di artigianato, le case e la vegetazione.<br />
Il <em style="box-sizing: inherit;">Kiyomizu-dera</em>, perchè è imperdibile quello sguardo dall’alto sulla città, ed è imperdibile il suono dei campanelli mossi insieme dal vento.<br />
Il tempio <em style="box-sizing: inherit;">Ginkaku-ji</em>, con i suoi giardini di coni di sabbia, in cui ogni granello ha un preciso ruolo, in cui il muschio e gli alberi sono lì da sempre.<br />
Svegliarsi all’alba, <em style="box-sizing: inherit;">sbirciare attraverso il portone</em> di un tempio zen i monaci che rastrellano la sabbia<br />
Ma anche e soprattutto: <em style="box-sizing: inherit;">perdersi</em> in qualche stradina o quartiere e ritrovarsi d’un tratto davanti ad un altare dedicato ad un cinghiale (Zenkyoan)</div>
<h3 style="background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
Altre cose belle da vedere</h3>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Il <em style="box-sizing: inherit;">Kinkaku-ji</em>, il padiglione d’oro. Noi ci siamo stati in una giornata di cielo grigio-bianco, umida, senza raggi a far risplendere l’oro del tempio, ma è stato suggestivo comunque.<br />
Il <em style="box-sizing: inherit;">castello Nijo</em>, enorme.<br />
Il <em style="box-sizing: inherit;">quartiere di Gion</em>, soprattutto in “seconda serata” quando ci sono meno turisti e si incontrano giapponesi (ubriachi, spesso) che escono da costosi ristoranti kaiseki e le lanterne appese fuori illuminano l’acciottolato come qualche secolo fa.<br />
Il tempio <em style="box-sizing: inherit;">Kennin-ji</em>, per il bell’affresco sul soffitto.<br />
Il tempio <em style="box-sizing: inherit;">Kodai-ji</em> ed <em style="box-sizing: inherit;">Entoku-in</em>, per le belle porte interne dipinte ed i giardini zen con tanto di airone pronto a farsi fotografare da ogni profilo.<br />
Il tempio <em style="box-sizing: inherit;">Sanjusangendo</em>, o tempio di Kannon, con le sue mille statue tutte in fila riporta la mente ad atmosfere antiche, forse vissute in vite precedenti.<br />
Partecipare alla <em style="box-sizing: inherit;">cerimonia del the</em>, in una casa da the, con una giapponese silenziosa che riveste ogni gesto ed ogni movimento del suo autentico significato</div>
<h3 style="background-color: white; box-sizing: inherit; clear: both; color: #181818; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 24px; font-weight: 500; letter-spacing: 0.56px; line-height: 1.6; margin: auto; overflow-wrap: break-word;">
Cose sopravvalutate</h3>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
La zona di Pontocho: una trappola per turisti, super affollata. All’inizio pare carino incamminarsi lungo la stradina, ma presto vedrete più bianchi che in centro a Milano e vi passerà la voglia. Evitate assolutamente i ristorantini sul fiume, quelli a prezzi abbordabili almeno: cibo e servizio mediocri (ma non alla maniera giapponese, scorbutica e autentica, piuttosto alla maniera internazionale, quella della tela cerata e del menù turistico). Magari quelli più cari offrono un ambiente più curato e cibo di miglior qualità, chissà.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIAwwAaKQ5yDBnk4kPig2BGSpnVxUjQhL7lPfVgfkHDW6meDidLYNpqBqUGj5OyEKP1F24l_8vtmoW1utX80GHuF9G-7rwNAlZgoS689hhB-SMbFH5lAAUkAEtrRcSiIqXGk9qAYq6I00/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIAwwAaKQ5yDBnk4kPig2BGSpnVxUjQhL7lPfVgfkHDW6meDidLYNpqBqUGj5OyEKP1F24l_8vtmoW1utX80GHuF9G-7rwNAlZgoS689hhB-SMbFH5lAAUkAEtrRcSiIqXGk9qAYq6I00/s400/01.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1hLJa_k60jKXvnIry8wy2MzT0XnM5yY9u_dmJ8-IVFyCvH_KhHMUy-AnDICvpJP8rOJO2SXMYaA2L_8Tm8gySspN6DnfHWQn-ALyla9sFpivc1nZELTBByKYaGSJZy6TxgnjLfPOwM3E/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1hLJa_k60jKXvnIry8wy2MzT0XnM5yY9u_dmJ8-IVFyCvH_KhHMUy-AnDICvpJP8rOJO2SXMYaA2L_8Tm8gySspN6DnfHWQn-ALyla9sFpivc1nZELTBByKYaGSJZy6TxgnjLfPOwM3E/s400/02.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnkA73u9LRVAL9_Ojxp0_tzbirWWKWj0FYZ72KLUetW286VFMn5kXHMk3l49yaZzdDATxqKfksQXt3XcC4cKrn5an3yJnivFpeYmYcF8dslIFFNclIX_9XTa05xTbyx3SDAiSvM7i_8uM/s1600/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="840" data-original-width="563" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnkA73u9LRVAL9_Ojxp0_tzbirWWKWj0FYZ72KLUetW286VFMn5kXHMk3l49yaZzdDATxqKfksQXt3XcC4cKrn5an3yJnivFpeYmYcF8dslIFFNclIX_9XTa05xTbyx3SDAiSvM7i_8uM/s400/03.jpg" width="267" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirnBtKe2e9TEO3K0uRCaZh-JJxJh7Xbb1HVBG2g9cHEU2aoPHzgIXg2cxo-IaildIrBOwNKLAZbrz7wnwjjpj9MLZJ-hbLalOt_3YFL6Es1ohJk2fEEDieOXCScqTXN1NRawMaaPXzGmQ/s1600/04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1023" data-original-width="684" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirnBtKe2e9TEO3K0uRCaZh-JJxJh7Xbb1HVBG2g9cHEU2aoPHzgIXg2cxo-IaildIrBOwNKLAZbrz7wnwjjpj9MLZJ-hbLalOt_3YFL6Es1ohJk2fEEDieOXCScqTXN1NRawMaaPXzGmQ/s400/04.jpg" width="266" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2qRcnUxPGaAcyOpkOQGOjiL4VBl8sQIVGZ18RVTZTOuIFRmsFMQuI2NVKl0HshEz9XLzRLHTOdLS_jWrD3JltoG0ibXhettccRBnoK-QWAp4XT83BHjI9oADSiiZjfgKSRFx33Nr27Pc/s1600/05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="767" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2qRcnUxPGaAcyOpkOQGOjiL4VBl8sQIVGZ18RVTZTOuIFRmsFMQuI2NVKl0HshEz9XLzRLHTOdLS_jWrD3JltoG0ibXhettccRBnoK-QWAp4XT83BHjI9oADSiiZjfgKSRFx33Nr27Pc/s400/05.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVx63Ub14mdHIBN0ldkFE3GX0Lg3cemb23doj9pi9sD5ELJiDPpOs0ws3spXcXhcivU1u8iYcIwkhoOsVnkSnlgOhzSzn0x_6bu6hFumOne-9DstvvoSzJQjhM68aCor3yxad7rwFCZY4/s1600/06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="807" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVx63Ub14mdHIBN0ldkFE3GX0Lg3cemb23doj9pi9sD5ELJiDPpOs0ws3spXcXhcivU1u8iYcIwkhoOsVnkSnlgOhzSzn0x_6bu6hFumOne-9DstvvoSzJQjhM68aCor3yxad7rwFCZY4/s400/06.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxuxmxmQak_f_axdErItj7pbuq1McVwK9gZlJYeVwTqR8aeqik7zsXmB6FyvS3o_3D6rZioCguxtyBfsLG_7FD0OzrdXPYjvgJx9UCGf_uVZVLCjWZYKCU3ynjCG5CPvQmgPbfX6AjQgk/s1600/07.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="767" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxuxmxmQak_f_axdErItj7pbuq1McVwK9gZlJYeVwTqR8aeqik7zsXmB6FyvS3o_3D6rZioCguxtyBfsLG_7FD0OzrdXPYjvgJx9UCGf_uVZVLCjWZYKCU3ynjCG5CPvQmgPbfX6AjQgk/s400/07.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="letter-spacing: 0.56px;">Un’altra cosa che DOVETE assolutamente fare a Kyoto è mangiare il miglior okonomiyaki di sempre: l’hanamichi okonomiyaki. Non solo perché il proprietario dell’omonimo locale sarà felicissimo che voi scegliate proprio la sua ricetta speciale. Ma anche e soprattutto perché è ottimo! Il localino è minuscolo, spesso è pieno, ma aspettate un po’ o sedetevi al bancone, ne varrà la pena. Non solo l’okonomiyaki, ma anche gli altri piatti sono molto buoni. Sotto la mappa per localizzarlo, è in zona centrale quindi decisamente comoda (noi, lo abbiamo scovato perché era “sotto casa”).</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;">:::::::Info pratiche:::::::</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;">Regione: Kansai</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Hotel: Alloggio a Gion prenotato online tramite <a href="https://www.japan-experience.it/" rel="noopener" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Japan Experience</a></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Attività:</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Mangiare Okonomiyaki in un locale frequentato da gente del posto, compreso ubriacone forse appena licenziato. Fatto. Voto 8/10</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Trovare zone di culto senza turisti in mezzo ai boschi: Fatto. Voto 9/10</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Passeggiare sbronzi per le viuzze di Kyoto nel mezzo della notte. Fatto. Voto 9/10</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Meravigliarsi nel trovare un piccolo tempio dedicato ad un dio Cinghiale. Fatto. 8/10</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Arrivare alla cerimonia del the bagnati fradici e “puzzolentemente” sedersi sui tatami pronti alla cerimonia. Fatto. Voto 9/10.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Rimanere a bocca aperta per la bellezza di ogni singolo tempio. Fatto. Voto 10/10</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di fastidio umanità: 8/10 JarJar. Tanta gente.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di bellezza: 9/10 sakura.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di dipendenza da Pocari: 7/10 Pocari.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di afa: 70 mm di sudore.</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Qui i video del nostro soggiorno a Kyoto dal nostro Canale Youtube – <em style="box-sizing: inherit;">Enjoy!</em></div>
<br />
<em style="box-sizing: inherit;"><br /></em>
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/8HsAffo4McA" width="560"></iframe>L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-50714392077991780862018-11-19T07:38:00.001+01:002018-11-19T07:38:42.910+01:00Lungo l’antica via postale (tratto dal blog www.travelgudu.com)Tratto dal blog www.travelgudu.com.<br />
<br />
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Abbiamo deciso di percorrere un tratto dell’antica strada postale Nakasendo, uno dei cinque percorsi che secoli fa collegavano Tokyo e Kyoto, a piedi, con lo zaino, come i postini di trecento anni fa che si avventuravano nei boschi sotto ogni clima per attraversare la loro isola dalla testa ai piedi (500 km in totale!) e consegnare chissà quali importantissime missive. Noi, che – vi ricordo – una settimana prima avevamo <a href="https://travelgudu.wordpress.com/2017/09/14/i-3776-metri-del-fujisan-gudus-nippo-project-vol-2-parte-prima/" rel="noopener" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">scalato il monte Fuji</a>, abbiamo ripiegato scegliendo di percorrere un breve tratto dell’antica via postale nella valle del Kiso.<br />
Per farlo, abbiamo stabilito il nostro quartier generale a Nagoya – città che peraltro non offre assolutamente nulla a parte la sua posizione strategica (ah no, scusate: la ‘splendida’ torre della televisione…). Scherzi a parte, non abbiamo dedicato tempo a Nagoya e ci è sembrato di non perderci molto, anche a detta del ragazzo che ci avrebbe poi affittato l’appartamento a Kyoto (che infatti ci ha chiesto cosa c’eravamo andati a fare…).</div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Nagoya, tuttavia, è un buon punto di partenza per un’escursione lungo la Nakasendo, in particolare nel tratto che collega Magome a Tsumago: una passeggiata di circa 8 km immersi in un paesaggio montagnoso, risalendo viottoli tra case in legno e camminando tra le conifere. Siamo partiti con il cielo sereno, infilandoci nei negozietti e ridendo del tedesco allampanato che ci precedeva facendo suonare le campane “anti-orso” sparse lungo il percorso. Abbiamo proseguito attraversando piccoli villaggi dall’aspetto semi-disabitato, incontrando operai delle linee elettriche e qualche vecchietto, fino a raggiungere un caseggiato dove ci aspettava una tazza di thé e un simpatico quadrupede con annesso umano ospitale con cui fare amicizia. Infine, ci siamo beccati un nubifragio per l’ultima manciata di km, da cui siamo usciti bagnati come pulcini (grazie al cielo avevamo le nostre fidate mantelline con noi), e salvati in extremis dalla comparsa di un ristorante di soba, gestito da una vecchina scorbutica (come nella migliore tradizione giapponese) che serviva soba, soba con rinforzo di verdure, soba con uovo ed un altro piatto non meglio identificato. Un salto fuori dal tempo: ci siamo scrollati alla bell’e meglio le mantelline fradice di dosso e siamo entrati pulendoci per bene le scarpe (niente tatami, quindi scarpe ammesse – ma certo non fango o sporco). La signora ci ha accolto sbuffando e ignorandoci mentre prendevamo posto ad un tavolino libero. Un foglio plastificato riportava il menù; abbiamo ordinato soba (ma dai?!) e ci siamo guardati intorno. Dietro la sala da pranzo, un gradino divideva il ristorante dalla casa della signora; lei, rapida ed efficiente, cucinava soba per tutti, soba fatti a mano da lei stessa – ottimi. Si infilava in cucina a trafficare tra fornelli e vapore, poi ne sgusciava fuori lasciando le ciabatte da cuoca e infilando le ciabatte da cameriera. Altro che NAS: la suola sporca di pavimento della sala da pranzo (e di scarpa di avventori) non può mettere piede nella sacra area della cucina. I giapponesi sono incredibili. Ovviamente i soba erano buonissimi, come pure il brodo (vegetale) che li accompagnava. Abbiamo sorbito il tutto il più rumorosamente possibile per fare onore alla cuoca – e forse lo ha apprezzato visto che quando ce ne siamo andati era un pochino ammorbidita.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPQtHFxpYvB8o6qbbqdmff0vXcLt2Oq7v7WkgN85AEVOpsnX2hldptuu_r6oPSJigScT1aMMLR1wRDDkp2CR7p6rLDlimAVS64xzIBv3aw2RvyDvNDF7D9ZHWRNTkTzA9XYEdDymlsf8M/s1600/05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="685" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPQtHFxpYvB8o6qbbqdmff0vXcLt2Oq7v7WkgN85AEVOpsnX2hldptuu_r6oPSJigScT1aMMLR1wRDDkp2CR7p6rLDlimAVS64xzIBv3aw2RvyDvNDF7D9ZHWRNTkTzA9XYEdDymlsf8M/s640/05.jpg" width="428" /></a></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="letter-spacing: 0.56px;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="letter-spacing: 0.56px;">Da Nagoya si può raggiungere rapidamente il castello di Inuyama, uno dei più antichi presenti in Giappone (la maggior parte sono ricostruzioni).</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Nagoya, comunque, ci ha regalato una piccola sorpresa: un Matsuri di dimensioni epiche! Ci eravamo imbattuti nel nostro primo Matsuri durante il primo viaggio in Giappone, a Nara, e anche in questo viaggio a Tokyo vicino allo Sky Tree ne abbiamo avuto un assaggio. Ma quello di Nagoya è tutta un’altra storia: tanto per dire, la sera dopo lo abbiamo rivisto in tv. Un matsuri è sostanzialmente un festival con carri allegorici e persone truccate e vestite in abiti tipici, che sfilano per le strade cantando, suonando e ballando. A Nagoya si teneva il <a href="http://www.domatsuri.com/english/" rel="noopener" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Domatsuri</a>, pubblicizzato come il più grande festival danzante della regione centrale. Insomma: ci ritroviamo in mezzo alla calca, appena sotto il palco, la sfilata è finita e la premiazione è appena avvenuta, uomini e donne di ogni età truccati piangono e ridono e tirano fuori quel lato completamente disinibito che raramente un giapponese mostrerebbe in altre occasioni. I migliori? Un gruppo di ragazzi, perizoma e chiappe al vento, intenti a fare fotografie nelle posizioni più astruse che una mente possa immaginare. Purtroppo, non siamo riusciti ad avere il ventaglio-ricordo della manifestazione, sigh.</div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Ripartiti da Nagoya alla volta di Kyoto (cui dedicheremo la prossima puntata!), abbiamo “allungato” su Himeji, bellissimo e famosissimo castello denominato l’airone bianco per il suo candore che contrasta con il blu del cielo, o il rosa dei ciliegi, o il rosso degli aceri autunnali. Il castello è una meraviglia, davvero imperdibile: faticherete su per scalini e salite, ma ne varrà la pena. Gettando uno sguardo verso il cielo dalle scalinate i tetti a sbalzo si sovrappongono in bianco e grigio creando un intarsio nel cielo. Vi consigliamo anche di non perdervi i giardini Kokoen, situati alle pendici del castello un pochino a ovest: l’atmosfera è rilassata e dolce. Andate a passeggiare lì per sfuggire alla calca del castello di Himeji. Immaginiamo che d’autunno il rosso intenso di tutti quegli aceri ferisca occhi e cuore e commuova lo spettatore.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAjvvi1SfpeQ5ZIusAHHpdisKFJAOOUBfDKsG6Pp8OF6Eo8AJycFDEN_3OH_vuQqfm5hy-etJQbDxsSVPSJppWYqEyvvglLek9EypEvqF45DWJoekJPQWBFqqg3O-BqpbL7SqPYVqte9A/s1600/11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="685" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAjvvi1SfpeQ5ZIusAHHpdisKFJAOOUBfDKsG6Pp8OF6Eo8AJycFDEN_3OH_vuQqfm5hy-etJQbDxsSVPSJppWYqEyvvglLek9EypEvqF45DWJoekJPQWBFqqg3O-BqpbL7SqPYVqte9A/s640/11.jpg" width="428" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1B09kP7hg1HUINf2-krxBwXmHMkDTsUHd3nvE6nEI1-QGQ-F_bTMxi69D4-yXaduyV6rXWpV8YlujW6qurzYE28xPWIJJ-nhKoNwIeOgm2Ok7wS0lDkUkioEeZAYyjKbgqufrOSnv1F8/s1600/12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="767" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1B09kP7hg1HUINf2-krxBwXmHMkDTsUHd3nvE6nEI1-QGQ-F_bTMxi69D4-yXaduyV6rXWpV8YlujW6qurzYE28xPWIJJ-nhKoNwIeOgm2Ok7wS0lDkUkioEeZAYyjKbgqufrOSnv1F8/s640/12.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;">:::::::Info pratiche:::::::</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;">Regione: Chūbu, prefettura di Aichi</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Hotel: <a href="http://nagoya.theb-hotels.com/" rel="noopener" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">The b Nagoya</a> (ottima posizione, ma stanza esageratamente minuscola)</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Attività:</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Prendere in giro il crucco che davvero pensa ci siano ancora gli orsi sul percorso. Fatto. Voto 7/10.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Bere il thé in una casupola in mezzo al bosco offerto da un vecchietto che sa salutare in tutte le lingue. Fatto 7/10.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Entrare in un ristorante di soba e ritrovarsi “Marrabbio” in versione femminile. Fatto. Voto 8/10.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Guardare gli altri trekker impanicati per l’improvvisa pioggia con aria di sufficienza ed estrarre la mantellina antipioggia. Fatto. Voto 10/10.</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di fastidio umanità: 1/10 JarJar (solo un po’ alla partenza).</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di bellezza: 7/10 sakura.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di ordine/rigore/incasellamento mentale: 6/10 Sheldon Cooper.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di dipendenza da Pocari: 5/10 Pocari.</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Qui il video della nostra escursione lungo la Nakasendo dal nostro Canale Youtube – <em style="box-sizing: inherit;">Enjoy!</em></div>
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/-FUUPW4dpZk" width="560"></iframe>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-8375960216466360662018-11-15T07:33:00.000+01:002018-11-15T07:33:15.749+01:00Un pub giapponese a cui affezionarsi (tratto da www.travelgudu.com)<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Tratto da www.travelgudu.com</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">La nostra prossima tappa è Takayama: un po’ isolata, situata nel panorama delle Alpi Giapponesi, si raggiunge con un treno dal cui finestrino si alternano gallerie e scorci montani un po’ nebbiosi. La città vanta un centro storico antico e ben conservato di edifici in legno risalenti al periodo Edo: pare che i carpentieri che costruirono Takayama fossero gli stessi che costruirono svariati templi a Kyoto e Nara, tanto per darvi un’idea. Gli edifici sono in parte occupati da negozi di varia natura e in parte occupati da piccoli musei ad argomento vario. La città conserva una atmosfera un po’ “vintage” per così dire; e anche se di giorno la zona Sanmachi suji è invasa da turisti che si stipano nei negozietti e nelle birrerie di sakè, la sera è il momento in cui è più facile apprezzare l’atmosfera di cittadina un po’ dimenticata. Le luci nelle vie turistiche si spengono presto, i negozi chiudono e il sole cala; i pochi turisti rimasti si ritrovano a mangiare carne di Hida nei ristoranti rimasti aperti o nel proprio ryokan. L’atmosfera è quieta e sonnolenta, un po’ dimessa, con quel fascino di Giappone rimasto fermo a quarant’anni fa. Se ne avete voglia, svegliatevi presto al mattino e andate al mercato lungo il fiume (Miya-gawa): noi non abbiamo avuto modo di farlo, ma pare sia piuttosto pittoresco.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Infine, ci è piaciuto il percorso Higashiyama, poco battuto, una passeggiata collinare tra templi, conifere e cimiteri.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieKQnvurNq7eyikIpNRt_a-7qHsT0m5FE5z_t2DgIdyJ8mvLGh5VpZczijbwJu2YLVA7Uah1t-74otKXCN26Pu8fVrlWBFOzyswO7xNInu3g2UE7q6dtqmvEADLaNwqq52RjBx_fMbGuU/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="745" data-original-width="960" height="496" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieKQnvurNq7eyikIpNRt_a-7qHsT0m5FE5z_t2DgIdyJ8mvLGh5VpZczijbwJu2YLVA7Uah1t-74otKXCN26Pu8fVrlWBFOzyswO7xNInu3g2UE7q6dtqmvEADLaNwqq52RjBx_fMbGuU/s640/01.jpg" width="640" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY5zQdIaQdPoqam0z8r3QX8-NdT9m8YR2ia1j69r0Z5m3OI2-CYWwTXxD8S322NDCBXGclepZ6B7X1xG65cI0rgpjOrJThS36OB_KHRbvs-dMf_b7DKS4E8IAtVQZSxdG_QECn37qDNrA/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="669" data-original-width="1000" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY5zQdIaQdPoqam0z8r3QX8-NdT9m8YR2ia1j69r0Z5m3OI2-CYWwTXxD8S322NDCBXGclepZ6B7X1xG65cI0rgpjOrJThS36OB_KHRbvs-dMf_b7DKS4E8IAtVQZSxdG_QECn37qDNrA/s640/02.jpg" width="640" /></a></div>
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<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Poco lontano da Takayama (raggiungibile con un comodo bus in partenza dalla stazione dei treni), merita una visita il villaggio di Hida, ricostruzione del villaggio contadino di Shirakawa-go, spostato a seguito della creazione di una diga e dichiarato nel 1995 Patrimonio dell’Umanità. E’ una sorta di museo del folklore a cielo aperto: all’interno dei casali in legno e paglia, il focolare è acceso e vengono esposti attrezzi ed organizzati laboratori che permettono di scoprire le tecniche di artigianato e la vita dei secoli passati. A noi è piaciuta particolarmente la casa dedicata ai bachi da seta.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk4hbr_eF6iYncSvt9JzeC5PYH7lq-p33kmQqvqgvfwkKLTWII3hgu5V78yB70nW-qR13Bo7APBIbuZP0LKJLk1xqf6xfCZVrcrRQRaGM8iZHVky_O6XcGKKCSmiRmB_NbRnbZ4pjZygE/s1600/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="950" height="358" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk4hbr_eF6iYncSvt9JzeC5PYH7lq-p33kmQqvqgvfwkKLTWII3hgu5V78yB70nW-qR13Bo7APBIbuZP0LKJLk1xqf6xfCZVrcrRQRaGM8iZHVky_O6XcGKKCSmiRmB_NbRnbZ4pjZygE/s640/03.jpg" width="640" /></a></div>
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<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
A Takayama ed in generale nella regione di Hida, è famoso il manzo di Hida (appunto): nato e cresciuto nella regione, la sua carne marmorizzata (come piace ai giapponesi) la rende particolarmente umida e saporita ed adatta ad essere gustata in piatti tipici come lo Shabu-shabu e lo Yakiniku. Noi non ci siamo tirati indietro, ovviamente, e da <a href="http://suzuyatakayama.ec-net.jp/index.html" rel="noopener" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Suzuya</a> abbiamo assaggiato lo Yakiniku (una sorta di barbecue in versione giapponese: viene portata in tavola una piccola griglia sulla brace e lì si fanno cuocere carne e verdure) e lo Hoba Miso, una specialità di Hida in cui carne e verdure sono grigliate con miso su una foglia di magnolia. Ottimo cibo, da assaggiare se capitate in zona.<br />
Lungo la via principale di Takayama, poi, abbiamo scovato un posto imperdibile, lo <a href="https://www.facebook.com/%E7%B5%90-Japanese-pub-YU-571961059667459/" rel="noopener" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Yu Japanese Pub</a>. Il locale è una meraviglia: piccolo, pieno di poltroncine e anfratti, abat-jour e tavolini di fortuna. Il proprietario, un uomo simpatico gentile e versatile, vi accoglie nella penombra offrendovi cocktail a base di sakè o altri alcolici giapponesi a volontà. Non potete mancare un drink in questo locale!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYwL5TuBZHx6aETgruqz7vDPfJ7AKPTBBttU0b24cm_fYLWwiEFUhRJY9hI1gPgKRsEAYrgbJNQZOlf3rAJq66PgPXZDID4yQlrkbvHtuhOlJSrg9d5i0d63PDnqWNZDB1eiKqMsDaWJw/s1600/04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="890" data-original-width="595" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYwL5TuBZHx6aETgruqz7vDPfJ7AKPTBBttU0b24cm_fYLWwiEFUhRJY9hI1gPgKRsEAYrgbJNQZOlf3rAJq66PgPXZDID4yQlrkbvHtuhOlJSrg9d5i0d63PDnqWNZDB1eiKqMsDaWJw/s640/04.jpg" width="426" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgM-5Z2Hn5rgXi7vvmo03nVl9y9_ahzLKM0AMuN4VmOdl86hq8k3Ij9dRfCQqkqtHVukq-tkfPiI98-lWlrtWKcQR9TBFgZIC_bkMFlwK7xtLT-HXGxpr4U5aHRretC6NbGnkmey5t-4ww/s1600/05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="890" data-original-width="595" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgM-5Z2Hn5rgXi7vvmo03nVl9y9_ahzLKM0AMuN4VmOdl86hq8k3Ij9dRfCQqkqtHVukq-tkfPiI98-lWlrtWKcQR9TBFgZIC_bkMFlwK7xtLT-HXGxpr4U5aHRretC6NbGnkmey5t-4ww/s640/05.jpg" width="426" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3hp_UkgdmzzHMO9h_XTiUbSJMAy7XN5L-zpCw7ZXpIjmhlvpy6lApv_LpbOU7tpQ3I7EnS0c_eKeLzopT6pfwfjvHsn3LjVBjwoHHGoDC4WlVWFYCSLf3RzzUD_yWkfuxiUXy4lNomc0/s1600/06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="743" data-original-width="1000" height="474" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3hp_UkgdmzzHMO9h_XTiUbSJMAy7XN5L-zpCw7ZXpIjmhlvpy6lApv_LpbOU7tpQ3I7EnS0c_eKeLzopT6pfwfjvHsn3LjVBjwoHHGoDC4WlVWFYCSLf3RzzUD_yWkfuxiUXy4lNomc0/s640/06.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="letter-spacing: 0.56px;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="letter-spacing: 0.56px;">Infine, una menzione la merita anche il ryokan dove abbiamo alloggiato, il</span><span style="letter-spacing: 0.56px;"> </span><a href="http://www.ryokankaminaka.com/" rel="noopener" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; letter-spacing: 0.56px; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Kaminaka</a><span style="letter-spacing: 0.56px;">. Un posto d’altri tempi pure questo: ci siamo arrivati di sera, con la nebbiolina e il buio si intravedeva la lanterna fuori della porta, pareva di essere dei viandanti. La vecchia proprietaria (che però parla quelle quattro parole di inglese che vi faranno tirare un sospiro di sollievo in una nazione anglofoba) vi accompagnerà per lunghi corridoi scricchiolanti in legno e moquette fino alla vostra stanza di tatami e fouton floreali.</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;">:::::::Info pratiche:::::::</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;">Regione: Chūbu, prefettura di Gifu</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Hotel: <a href="http://www.ryokankaminaka.com/" rel="noopener" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Ryokan Kaminaka</a></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Attività:</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Comprare un cappello modello manga in un negozietto di artigianato locale. Fatto.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Battere il record di Pocari Sweet bevuto in un giorno. Fatto. 1,5 litri.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Bere un drink che secondo i giapponesi è da donna fissando una suonatrice di ukulele mentre si ubriaca al bancone. Fatto. Molto pittoresco.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Fare assaggi di Sakè all’ora di merenda. Fatto.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Gironzolare in un cimitero nel bel mezzo di un fitto bosco. Fatto.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Perdere una parte di lingua esagerando con Wasabi. Fatto. Purtroppo fatto.</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di fastidio umanità: 3/10 JarJar.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di bellezza: 7/10 sakura.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di ordine/rigore/incasellamento mentale: 3/10 Sheldon Cooper.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di dipendenza da Pocari: 10/10 Pocari.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di afa: 90 mm di sudore.</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Qui il video di Takayama dal nostro Canale Youtube – <em style="box-sizing: inherit;">Enjoy!</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<em style="box-sizing: inherit;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/ffwlGqXNRA8" width="560"></iframe>
</em></div>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-33609813672109951032018-10-30T07:32:00.000+01:002018-10-30T07:32:00.924+01:00Il giardino del Samurai (tratto da www.travelgudu.com)<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Tratto dal blog di viaggi: <a href="http://www.travelgudu.com/">www.travelgudu.com</a>.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">E poi è ora di salire sullo shinkansen, allontanarci dalle luci al neon e addentrarci nel Giappone quello ‘autentico’. Quello fatto di giardini quieti e ordinati, di castelli bianchi e fragili, di viuzze acciottolate e di templi in salita. Il Giappone che piace a noi.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Siamo a Kanazawa, circa 400 km a nord di Tokyo, nota per il meraviglioso giardino Kenroku-en, considerato uno dei tre più belli della nazione. E lo è, meraviglioso. Ma Kanazawa è molto più di questo.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOoGEk0xZblqE79ChI3jdxPl6vUIYfyLJ6Rq-USk8awBWcpKrflxUa-J9LQn-CZWwcDSRY6TAFMd0HztFcZQiVNmilNwf4y_Q5Zduek_MRexOM_mGLt87ujRH4PVJDt6WcSPPWyrGJnXA/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOoGEk0xZblqE79ChI3jdxPl6vUIYfyLJ6Rq-USk8awBWcpKrflxUa-J9LQn-CZWwcDSRY6TAFMd0HztFcZQiVNmilNwf4y_Q5Zduek_MRexOM_mGLt87ujRH4PVJDt6WcSPPWyrGJnXA/s640/01.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_XxCc4_s6TYBtgJ8y518IjBDBS-hYSaStz0Vn4vZbGsv5U2KToApYqPOlqjns4YGkLbx_tu4iO4mnr51CXMj1oWDdT_FtbMmQtYhEVLxnSZgslAPv1qV9zA6Dqpn_6hr_2ElmmmrUfE4/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="548" data-original-width="367" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_XxCc4_s6TYBtgJ8y518IjBDBS-hYSaStz0Vn4vZbGsv5U2KToApYqPOlqjns4YGkLbx_tu4iO4mnr51CXMj1oWDdT_FtbMmQtYhEVLxnSZgslAPv1qV9zA6Dqpn_6hr_2ElmmmrUfE4/s640/02.jpg" width="428" /></a></div>
<br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">La nostra visita è iniziata dal Castello di Kanazawa, il cui interno è visitabile, come visitabile è anche il parco. Non perdetevi assolutamente il giardino Gyokusen ‘inmaru: noi siamo stati accolti da una vecchietta entusiasta che ci ha parlato a lungo del lavoro dei giardinieri che proprio quel giorno erano all’opera e che si è lamentata con noi del clima afoso.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfbmeT833XC7iGvrPyjnJLl2MKOQSlhCQQFrCOxr-rH0tbOGDzy2l59VAk1niWDzmDJdvZ_P7oIMqPq9OIUi6j4LRqQzr5Qq9uGTQCXYNlrQboM5uKzD87h_BYic68YVFLF0vH8q4rNvA/s1600/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="635" data-original-width="950" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfbmeT833XC7iGvrPyjnJLl2MKOQSlhCQQFrCOxr-rH0tbOGDzy2l59VAk1niWDzmDJdvZ_P7oIMqPq9OIUi6j4LRqQzr5Qq9uGTQCXYNlrQboM5uKzD87h_BYic68YVFLF0vH8q4rNvA/s640/03.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Da lì ci siamo diretti ai giardini Kenroku-en, splendidi: gli stagni e i piccoli rivoli d’acqua e gli alberi, ognuno senza un ramo o una foglia di troppo, racchiudono in sé l’anima giapponese di ordine e reverenza verso la natura. In un angolo appena fuori dai Kenroku-en abbiamo scovato un piccolo tempio circondato dal verde dove abbiamo ricevuto uno dei </span><em style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">goshuin</em><span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"> più belli di sempre, con tanto di foglia d’oro (chi ci segue sulla </span><a href="https://www.facebook.com/travelgudu" rel="noopener" style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #727272; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">pagina fb</a><span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"> ha avuto un’anteprima).</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2SuH0X2_lj_2TLuvhpBTS-rUCwgH52bTofFW_grgi8i8StUKW2WYWW7v-jLoJx61D6OeTM7riCZbueOIyO8PYcCCKa_t-faPYItRpRBh_5Hxj48HYLFy_nA9mQMFBoF74XAcqZEGvfoI/s1600/04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="807" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2SuH0X2_lj_2TLuvhpBTS-rUCwgH52bTofFW_grgi8i8StUKW2WYWW7v-jLoJx61D6OeTM7riCZbueOIyO8PYcCCKa_t-faPYItRpRBh_5Hxj48HYLFy_nA9mQMFBoF74XAcqZEGvfoI/s640/04.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy1OTYztVPHtGl7Kv7X6onYmF3AHSVEUP1ZZCrYpXXni69VYKxc2afEUYomyuq_-kRjJkn-ZWrIhMB9OMV2hUoWZcuYU_13Gg8bbLwWBMdkklXQe0INSLQ3a2HAdRLAwyDgn2sbNcNwbU/s1600/05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy1OTYztVPHtGl7Kv7X6onYmF3AHSVEUP1ZZCrYpXXni69VYKxc2afEUYomyuq_-kRjJkn-ZWrIhMB9OMV2hUoWZcuYU_13Gg8bbLwWBMdkklXQe0INSLQ3a2HAdRLAwyDgn2sbNcNwbU/s640/05.jpg" width="480" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Dai giardini di Kenroku-en vi consigliamo di dirigervi poi alla casa del Samurai Nomura. Questo è (probabilmente) il vero gioiello di Kanazawa: una casa d’altri tempi, in legno di cipresso, con porte scorrevoli affacciate su un giardino piccolo e rigoglioso, carpe koi a sguazzare nello stagno e piante pluricentenarie. Ci siamo seduti con le gambe penzoloni in veranda ad osservare le stesse piante che osservava il Samurai Nomura… Peccato solo per la rumorosissima famiglia di asiatici (non giapponesi, evidentemente!) con bambini al seguito che hanno rotto l’idillio infilando mani e piedi nello stagno, ahinoi.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirlIh3llOjWTatCKESwRFnSNNBepPBuY7iwN8vTzNlDp6YMfkbePKWuFbHt52uiOUQ14q9NWH5fDn_wWQW_DYzI_Zz_qL_L8pJIioOGBgPP7ZQfFRnpzRy_8Sm7Rl1sL9DUwP7qMvXZkc/s1600/06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="635" data-original-width="950" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirlIh3llOjWTatCKESwRFnSNNBepPBuY7iwN8vTzNlDp6YMfkbePKWuFbHt52uiOUQ14q9NWH5fDn_wWQW_DYzI_Zz_qL_L8pJIioOGBgPP7ZQfFRnpzRy_8Sm7Rl1sL9DUwP7qMvXZkc/s640/06.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span>
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<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
La città di Kanazawa offre anche parecchi locali piacevoli, sia per cenare, sia per ascoltare musica di vario genere (nella zona di Katamachi e Nagamachi ne abbiamo addocchiati parecchi), sia per provare il sushi, il cui antico precursore pare sia nato proprio qui a Kanazawa. Poiché i ristoranti di sushi possono essere piuttosto costosi, noi ci siamo andati a pranzo, quando il menu è in genere meno esoso: sul nostro <a href="https://www.youtube.com/user/Ominoleo77" rel="noopener" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">canale youtube</a> presto potrete vedere l’iniziazione al sushi di uno scettico…<br />
Per la cena abbiamo invece scovato, in una viuzza laterale, un posticino di cucina fusion dall’atmosfera molto accattivante, dal divertente nome di “<a href="http://www.fullofbeans.jp/" rel="noopener" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Full of Beans</a>“.</div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;">:::::::Info pratiche:::::::</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;">Regione: Chūbu</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Hotel: <a href="https://www.mystays.com/en/hotel/kanazawa/mystays-premier-kanazawa/" rel="noopener" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; color: #727272; outline: none; text-decoration-line: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Mystays Premier Kanazawa</a></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Attività:</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Mangiare sushi di alta qualità in atmosfere antiche. Fatto. Voto 7/10.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Chiacchierare del tempo con zietta autoctona: Fatto. Voto 7/10.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Stupirsi di fronte alla potatura perfetta di un albero. Fatto. Voto 8/10.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Camminare a piedi scalzi sul parquet di un antico castello giapponese. Fatto. Voto 7/10.</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di fastidio umanità: 8/10 JarJar per la famiglia rumorosa che avremmo voluto affogare nello stagno.</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di bellezza: 10/10 sakura</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di ordine/rigore/incasellamento mentale: 9/10 Sheldon Cooper</em><br />
<em style="box-sizing: inherit;">Indice di dipendenza da Pocari: 6/10 Pocari</em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Qui il video di Kamakura dal nostro Canale Youtube – <em style="box-sizing: inherit;">Enjoy!</em></div>
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/4za-dJXKh40" width="560"></iframe>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-26575629566581329772018-10-26T07:36:00.000+02:002018-10-26T07:36:00.478+02:00Tokyo is now (tratto da www.travelgudu.com)<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;">Tratto da <b>www.travelgudu.com</b>.</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="letter-spacing: 0.56px;">Tokyo è un mondo a parte. E’ Giappone, certo, ma insieme non lo è. Perché è Giappone all’ennesima potenza, storpiato, esasperato, spersonalizzato. E’ luci e musica a più non posso e angoletti dove sorbire rumorosamente una ciotola di ramen. Centinaia di persone in camiciotto bianco, ombrello trasparente al braccio e smartphone alla mano, che si riversano in strada o in treno o nei centri commerciali o ovunque, dando una sensazione di essere totalmente uniformati, e poi ragazzette inguainate in tutine multicolore con acconciature bizzarre (</span><em style="box-sizing: inherit; letter-spacing: 0.56px;">cosplayer</em><span style="letter-spacing: 0.56px;">) oppure occhialuti adolescenti allineati in code kilometriche davanti alle fumetterie di Akihabara (i famosi</span><span style="letter-spacing: 0.56px;"> </span><em style="box-sizing: inherit; letter-spacing: 0.56px;">otaku</em><span style="letter-spacing: 0.56px;">). Tokyo è tutto questo ed anche molte altre cose. Come Ueno, il quartierino anni ’70 che è stato la nostra dimora. Dove, proprio a pochi passi dal nostro ryokan e dalla stazione JR, se ne sta un po’ nascosto un tempietto shinto che è diventato un po’ come il “nostro” altare sotto casa, dove infilarsi la sera nella penombra per salutare il gatto che resta a pisolare sulle colonne.</span></span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;">Cosa non perdervi assolutamente a Tokyo? Beh, difficile da dirsi ma proviamo a dirvi cosa a noi pare imperdibile dopo esserci stati due volte:</span></div>
<ol style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin: 0px 0px 1.5em 1.5em;">
<li style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">il Museo d’Arte Ghibli: se amate lo Studio Ghibli, non c’è neanche da spiegarvi perché; altrimenti, guardate La Città Incantata, Il mio vicino Totoro o Porco Rosso e lo capirete di certo. Entrerete nella “mente” di Miyazaki & co, riceverete come biglietto di ingresso un fotogramma di un film Ghibli (piccolo tesoro) e potrete assistere alla proiezione di un cortometraggio inedito. Andateci a piedi così vi godrete la quiete del quartiere Mitaka (ma occhio alle zanzare). Preparatevi alla delusione del gift shop: dei millemila gadget Ghibli che ci sarebbe frullato in testa di comprare, non ce n’era neppure un quarto…</span></li>
<li style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">farsi trascinare dalla folla nella stazione dei treni nell’ora di punta</span></li>
<li style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">andare (magari di sera nel fine settimana) al tempio Senso-ji, nel quartiere di Asakusa: sì è iper “commerciale”, sì troverete un botto di gente, sì è pieno di turisti, ma quella strada (Nakamise-doori) strapiena di negozietti un po’ kitsch e di gente in yukata e zoccoli ripaga lo sguardo, con il tempio sullo sfondo con la luce un po’ aranciata del tramonto.</span></li>
<li style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Shinjuku: l’avrete visto in mille fotografie e video. Un’ondata di luci al neon e lo scosciare della gente, investita da centinaia di decibel che arrivano da ogni lato creando una cacofonia assordante. Il leggendario incrocio pedonale più trafficato al mondo, dove la strada si attraversa anche in diagonale e naturalmente se non urti almeno una spalla nel farlo non puoi fingerti un giapponese vero. Dovete andarci e farvi travolgere dalla vita notturna e mondana, non potete mancarlo. Del resto, è come stare dentro un’istantanea di Tokyo.</span></li>
<li style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Tokyo sky tree… sì è un centro commerciale, perché andarci in fin dei conti? Beh, perché è un centro commerciale dove ci sono negozi giapponesi. Nel senso: a Ginza, per esempio, ci sono enormi strade stracolme di boutique, esattamente le stesse che si possono trovare a Milano o New York; poco Giappone, insomma. Non perdetevelo se siete appassionati dello shopping di lusso, ma se siete alla ricerca di marchi giapponesi in questo centro commerciale li troverete. Oltre a trovare uno dei negozi Donguri di merchandising Studio Ghibli. Senza troppe aspettative: anche qui i gusti nipponici un po’ deludono…</span></li>
<li style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Akihabara, per l’assurdità e la follia del quartiere. Ci troverete un palazzo pieno zeppo solo di modellini di robot e personaggi di anime, in un altro albi a fumetti dalla terra al cielo, in un altro ancora solo sale dove giocare a videogames vintage. Andateci per una “toccata e fuga” prima di essere storditi da musica e nerdaggine.</span></li>
</ol>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhb5pBFINa7H3RQNYqBvjEAea_FocJYqhSuR94IqUtSOBZvJadD9inLQ00YjKAy_v8cneq6AcEGgStTXmbzNetGFcyPrxvIn-xE6eu-FIjj6Z2J65glbYq6RQqeWtwtvLGDTAXznV6k2A/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: black; font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="619" data-original-width="1280" height="308" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhb5pBFINa7H3RQNYqBvjEAea_FocJYqhSuR94IqUtSOBZvJadD9inLQ00YjKAy_v8cneq6AcEGgStTXmbzNetGFcyPrxvIn-xE6eu-FIjj6Z2J65glbYq6RQqeWtwtvLGDTAXznV6k2A/s640/01.jpg" width="640" /></span></a></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJF-tKhAJSM8LUPhIb8qUfuph_YD88iU-GbBi3WSu6gI8il1mIqL3yUXx6MWBAZsHSHYrH6bgxvhpK2otoF7HZd7PFgvePuZ-MVNxe8zZStSGwzokT-DK_erL5t4pjrItseM5P_Bqit_c/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: black; font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="901" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJF-tKhAJSM8LUPhIb8qUfuph_YD88iU-GbBi3WSu6gI8il1mIqL3yUXx6MWBAZsHSHYrH6bgxvhpK2otoF7HZd7PFgvePuZ-MVNxe8zZStSGwzokT-DK_erL5t4pjrItseM5P_Bqit_c/s640/02.jpg" width="562" /></span></a></div>
<div>
<span style="color: #3a3b3c; font-family: "roboto" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span></span></div>
<div>
<span style="background-color: white; font-family: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;">Noi da Tokyo abbiamo anche fatto una gita a Kamakura, famosa per la grande statua di Buddha all’interno del tempio Kōtoku-in. La località si trova a una cinquantina di km da Tokyo e si raggiunge comodamente in treno. A noi è piaciuto non tanto per l’enorme statua (pure bella), ma in particolare per le viuzze, per il tempio di Hasadera e per il mitico nippo-omino che a bordo strada vende ananas semi-gelato su stecco, una delizia con il caldo estivo.</span></div>
<div>
<span style="background-color: white; font-family: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAsLDUuS8CrBqbwI_luGdvet9UsWoSYygURkWDQUJwUOR0Gm9kik161qSNPFJOXLKJtQH0e9tNuNwGyigdI0s20HFR7T55aO4bPvRQZe_xOwNItkBGO5GhmqW4ZHD7cZoL_ZWnEX3_0bw/s1600/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: black; font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="804" height="408" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAsLDUuS8CrBqbwI_luGdvet9UsWoSYygURkWDQUJwUOR0Gm9kik161qSNPFJOXLKJtQH0e9tNuNwGyigdI0s20HFR7T55aO4bPvRQZe_xOwNItkBGO5GhmqW4ZHD7cZoL_ZWnEX3_0bw/s640/03.jpg" width="640" /></span></a></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH_3ci8jBZr123Qaj8j6d0j4Ip0_ms1qGrnvNJCE13F_aa93TzoHZOu1IbKwb5uoj-xmSuAujOrtFtYVmM-fJei4mTEEm4OGJwy8jXvwMRs0UGAJHD48v3k5Aq7k6BKx7FFy-5ki-m5fs/s1600/04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: black; font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="766" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH_3ci8jBZr123Qaj8j6d0j4Ip0_ms1qGrnvNJCE13F_aa93TzoHZOu1IbKwb5uoj-xmSuAujOrtFtYVmM-fJei4mTEEm4OGJwy8jXvwMRs0UGAJHD48v3k5Aq7k6BKx7FFy-5ki-m5fs/s640/04.jpg" width="640" /></span></a></div>
<div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;">Tokyo è senza dubbio una parte imperdibile di ogni viaggio in Giappone; ma non fatevi ingannare, il Giappone è molto di più.</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">:::::::Info pratiche:::::::</span></em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Regione: Kanto</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Ryokan: <a href="http://www.tokyoedosakura.com/" rel="noopener" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; outline: none; transition: all 0.35s ease 0s;" target="_blank">Edo Sakura</a></span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Attività:</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Rimanere a bocca aperta di fronte al lago del parco di Ueno ricoperto di ninfee. Fatto. Voto 9/10</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Visitare tutti i negozietti del tempio di Senso-ji. Fatto. Voto 7/10.</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Accarezzare il pupazzo di Totoro a grandezza naturale allo Studio Ghibli. Fatto. Voto 8/10</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Passeggiare in una fumetteria di 10 piani in mezzo a nippo-infoiati spesso travestiti da personaggi dei fumetti. Fatto. Voto 7/10</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Mangiare Ramen nel bugigattolo dove vanno solo gli autoctoni ordinando a caso. Fatto. Voto 8/10.</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Guardare turbati i robot giganti all’ingresso di un robot-bar. Fatto. Voto: 6/10.</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Parlare dei massimi sistemi col gatto del tempio shintoista. Fatto. Voto 10/10. Il gatto ci ha in effetti insegnato molto.</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Prendere per il culo gli otaku in fila davanti al negozio di robot e dopo 10 minuti mettersi in fila dietro a loro. Fatto. Voto 3/10.</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Andare al Karaoke: Non Fatto.</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Farsi battere di misura da un giapponese in un “All you can drink”. Fatto. Voto 5/10.</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Guardare con invidia il giapponese in giacca e cravatta che non suda a 35°C mentre tu sei in canotta e grondi. Fatto. Voto 1/10.</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Fermarsi, come i giapponesi, ogni ora ad una macchinetta automatica delle bibite (e finire per avere una dipendenza da “Pocari sweat”). Fatto. Voto 10/10.</span></em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em; padding-left: 30px;">
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Indice di fastidio umanità: 3 JarJar. Sono tanti in poco spazio, ma sono così educati da non essere praticamente mai fastidiosi.</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Indice di follia: 9 Jocker. … ma quel folle bello…</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Indice di ordine/rigore/incasellamento mentale: 10/10 Sheldon Cooper.</span></em><br />
<em style="box-sizing: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Indice di dipendenza da Pocari: 8/10… l’unità di misura è appunto il Pocari.</span></em></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;">Qui i video di Tokyo e di Kamakura – <em style="box-sizing: inherit;">Enjoy!</em></span></div>
</div>
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/eGWmZCb0JzE" width="560"></iframe>
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/IntVaJSjLB4" width="560"></iframe>L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-63117312429876842292018-10-23T07:34:00.000+02:002018-10-23T07:34:07.186+02:00I 3776 metri del Fujisan (tratto da www.travelgudu.com)<span style="font-family: inherit;">Tratto dal blog di Viaggi www.travelgudu.com.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;">Il racconto del nostro viaggio in Giappone non può che iniziare dal Monte Fuji, non solo perché è stata la nostra prima tappa, ma anche e soprattutto perché è stata la nostra “impresa”. Non siamo né alpinisti né scalatori, non facciamo corsa in montagna, insomma siamo persone normali che amano di tanto in tanto fare un’escursione in montagna. Vi racconteremo la nostra esperienza e cercheremo di darvi qualche suggerimento.</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;">Siamo partiti per la nostra scalata il giorno dopo l’arrivo a Tokyo, dopo un lungo volo intercontinentale ed una notte trascorsa nel Cabin Hotel dell’aeroporto. Non avendo molta esperienza ed essendo piuttosto stanchi del viaggio, abbiamo scelto lo Yoshida Trail, il percorso più battuto e più semplice dei quattro che permettono di raggiungere la cima del Fuji. Dopo un percorso in treno e bus di circa 3 ore, siamo arrivati alla Quinta Stazione, da dove appunto parte lo Yoshida Trail.</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Lì nel piazzale della Quinta Stazione, gruppetti di giapponesi insaccati in k-way multicolore, immersi nella foschia e in una pioggerella fine fine; molti di loro hanno acquistato un <em style="box-sizing: inherit;">Kongo-due</em> prima di partire, un bastone che li accompagnerà nella scalata e che ad ogni stazione verrà pirografato. Ci fermiamo a pranzare in uno dei ristoranti presenti – più che altro una specie di tavola calda – e il curry rice che ci portano è a forma di vulcano. All’ingresso del sentiero, come corrispettivo al pagamento dell’ingresso al parco, ci regalano un amuleto di buon auspicio. Ci fermiamo al tempio, per la preghiera rituale, e iniziamo la salita.</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;">La prima parte del percorso, fino circa alla Sesta Stazione, scorre liscia sotto gli scarponcini, la pendenza è dolce e il sentiero piuttosto semplice.</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Dalla Sesta Stazione la faccenda si fa più complicata: il sentiero diventa una sorta di pietraia vulcanica, la pendenza impenna rapidamente ed i mille metri di dislivello che ci separano dal nostro rifugio a 3400 metri sono una vera fatica. Presto superiamo le nuvole e lo sguardo al di sotto è magnifico: il Giappone giace ai nostri piedi, coperto di nubi, mentre noi, al di sopra, veniamo accolti dai raggi del sole. E finalmente la vediamo, la vetta.</span><br />
<span style="font-family: inherit;">La salita prosegue. Ad ogni stazione ci fermiamo per riposare un poco, per bere un Pocari (sacro Pocari!), per svuotare la vescica al modico costo di 200 yen; la stanchezza fa sembrare quelle baracche un po’ sgangherate come uno dei posti più accoglienti della terra. Continuiamo a salire. Verso sera il tramonto ci raggiunge durante la nostra scalata, tingendo il cielo di arancione e poi di tutti i toni del blu; la luce cala e il freddo inizia a farsi sentire mentre percorriamo gli ultimi metri di dislivello che ci separano dai 3400 m, circondati da giapponesi con torce frontali e bombolette di ossigeno (chissà). Siamo stanchi, esausti. Ma bene o male arriviamo: mangiamo rapidamente una cena di curry rice e hamburger e ce ne andiamo a dormire. Il “dormitorio” è una specie di piccolo incubo ad alta quota, un tavolaccio di legno a due piani su cui sono buttati senza soluzione di continuità sacchi a pelo e coperte e che, a mano a mano che la gente arriva, diventa una distesa di corpi dormienti russanti e accatastati. Davvero una esperienza poco gradevole e, malgrado la grande stanchezza, dormiamo molto poco a causa del continuo via-vai e di vicini di branda particolarmente molesti.</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;">La consuetudine sarebbe quella di svegliarsi qualche ora prima dell’alba e raggiungere la vetta in tempo per veder sbucare il sole all’orizzonte. Noi, però, che siamo un po’ sociopatici, preferiamo evitare il bagno di folla che sale alla vetta nella notte e ci godiamo l’alba da quota 3400 m, fuori dal nostro rifugio, senza quasi nessuno attorno, imbacuccati in berretto e guanti, prima di metterci in marcia per raggiungere anche noi la vetta. Durante quel dislivello di 376 metri restanti ci siamo più volte sentiti come nel film Everest (lo avete visto?): ci sentiamo ridicolmente lenti e pesanti, ogni passo costa molta più fatica del dovuto. Manco fossimo a 8000 metri; ma tant’è. A mano a mano che saliamo il vento si fa sentire, freddo e pungente, lo zaino pesante, il fiato corto.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWRFasVtVHknkGwxssh9aQlY5cw3dRrrM4dpT_a70XwHkN-9Mfw1fmUHyCLdoKOdXpNvp2ugU9pYXTCIcTv97Wn4K2a0sXdpiYEddjeA7zXaR-Z7QySFA4F-wpetKd_R-JYf7vDXduP7g/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: black; font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="950" height="358" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWRFasVtVHknkGwxssh9aQlY5cw3dRrrM4dpT_a70XwHkN-9Mfw1fmUHyCLdoKOdXpNvp2ugU9pYXTCIcTv97Wn4K2a0sXdpiYEddjeA7zXaR-Z7QySFA4F-wpetKd_R-JYf7vDXduP7g/s640/01.jpg" width="640" /></span></a></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB-CV6Ttoc9r48N8HmFUamQs4brtrm4nK0SIviXkYj4zaa2LRWAR36HsRotynNMVncADRBiJmHpMULwlhdg_1OFjL3AuLQhX4r11V8jRRCCtzwsfLftkLrve11ByH0el508YQxs6wYvls/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: black; font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="950" height="358" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB-CV6Ttoc9r48N8HmFUamQs4brtrm4nK0SIviXkYj4zaa2LRWAR36HsRotynNMVncADRBiJmHpMULwlhdg_1OFjL3AuLQhX4r11V8jRRCCtzwsfLftkLrve11ByH0el508YQxs6wYvls/s640/02.jpg" width="640" /></span></a></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="letter-spacing: 0.56px;">Ma infine arriviamo: prima il </span><em style="box-sizing: inherit; letter-spacing: 0.56px;">torii</em><span style="letter-spacing: 0.56px;"> con i leoni in pietra e infine la vetta. Solo nebbia tutto intorno e scarsa visibilità, ma è il traguardo e noi lo abbiamo raggiunto.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKe6zPYXfu1Z2EhaPc9D2uQVFC0cABBGWhFXyfKnFexNUghRl1T5LxohMz9vo0FqZDMwUoI1pJyiaCSU9ie1PmjbznXNRw4rLKN6LEwmkdwhBBbIUuGySSUtzpB5_bGQGWGUsxGFYsuxQ/s1600/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: black; font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="603" data-original-width="950" height="406" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKe6zPYXfu1Z2EhaPc9D2uQVFC0cABBGWhFXyfKnFexNUghRl1T5LxohMz9vo0FqZDMwUoI1pJyiaCSU9ie1PmjbznXNRw4rLKN6LEwmkdwhBBbIUuGySSUtzpB5_bGQGWGUsxGFYsuxQ/s640/03.jpg" width="640" /></span></a></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;">E poi la discesa, lunga e monotona, fino a valle, e il rientro in treno a Tokyo nel “nostro” ryokan (lo stesso di quattro anni fa).</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;">Cosa dire di questa esperienza? La cosa più banale, ovvero che il famoso detto giapponese “chi scala il Monte Fuji una volta nella vita è un uomo saggio, chi lo scala due volte è un pazzo” è pura e sacra verità.</span><br />
<span style="font-family: inherit;">E’ stata una “once-in-a-lifetime experience”, la meraviglia di gettare uno sguardo in basso quando sei stremato dalla fatica è un’emozione incredibile e intensa, la soddisfazione di farcela ha il sapore di una vittoria ben più grande di quei 3776 metri.</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Ma è stata anche un’esperienza faticosa, ben più di quanto ci avessero lasciato immaginare racconti online e guide turistiche. Certo, partire con il jet lag e un volo intercontinentale ancora addosso non è stata un’idea vincente (la logistica del viaggio non permetteva di fare altrimenti), ma indubbiamente non si tratta di un sentiero di montagna come altrove descritto. L’altitudine, pur non essendo esagerata, si fa comunque sentire ed è indispensabile essere ben equipaggiati, con scarponcini comodi e abbigliamento antipioggia. Noi abbiamo affittato l’attrezzatura (zaino da montagna, racchette, scarponi, abbigliamento antipioggia) tramite <a href="https://mtfujirental.com/" style="background-color: transparent; box-sizing: inherit; outline: none; transition: all 0.35s ease 0s;">Kobe Outdoor</a>, che ci ha fornito un servizio preciso e puntuale e attrezzatura di qualità: consigliatissimo. La sistemazione in rifugio è pessima e costosa (all’incirca 80€ a testa compresa la cena), pertanto consigliamo caldamente a chiunque voglia cimentarsi nella scalata di partire adeguatamente riposato e fare la scalata tutta insieme, evitando di pernottare in rifugio.</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<span style="font-family: inherit;">E ora lo chiamiamo anche noi <em style="box-sizing: inherit;">Fujisan</em>.</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1slgrf1YlIHcitWeTcEl0QVZrUVRH4jQBGBlQx0G_wYCdaSl0CpTenKr0aFSnlmBJebahXWqi0VQSpYwHQVn9VLkvqx-3k8YdXZP6M9Gpm3jJvNPxm3DsN9be6zLSQbUpTxLPFFdaV2w/s1600/04.jpg" imageanchor="1" style="font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; letter-spacing: normal; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="647" data-original-width="950" height="434" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1slgrf1YlIHcitWeTcEl0QVZrUVRH4jQBGBlQx0G_wYCdaSl0CpTenKr0aFSnlmBJebahXWqi0VQSpYwHQVn9VLkvqx-3k8YdXZP6M9Gpm3jJvNPxm3DsN9be6zLSQbUpTxLPFFdaV2w/s640/04.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: inherit; color: #3a3b3c; font-family: Roboto, sans-serif; font-size: 16px; letter-spacing: 0.56px; margin-bottom: 1.5em;">
Qui il video:</div>
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/m34gVtUxl_k" width="560"></iframe>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-58422594382507618502018-10-12T07:28:00.002+02:002018-10-12T07:28:44.880+02:00Rocco Siffredi fatti furboIeri 11 ottobre 2018 intorno alle ore 20.00 il pornodivo Rocco Siffredi era ospite alla trasmissione La Zanzara su Radio 24.<br />
Durante l'intervista, parlando dell'accusa di Stupro al giocatore della Juve Ronaldo, ha affermato con veemenza che è impossibile stuprare analmente una donna e poi, più velatamente, ha fatto intendere che in generale, se una donna non acconsente è impossibile stuprarla.<br />
<br />
Questa cosa mi ha lasciato di stucco.<br />
<br />
Quindi centinaia di migliaia di donne nella storia erano consenzienti?<br />
Quindi gli stupri etnici sono in realtà dei festini di interscambio culturale? Degli allegri Erasmus sessuali?<br />
Quindi le terribili lesioni anali e vaginali degli stupri sono solo un po' di sano e felice sado-maso?<br />
<br />
Non mi intendo di figa come l'amico Rocco Siffredi, ma temo che a forza di avere a che fare con vagine professioniste, si sia dimenticato come funzionano le vagine non-professioniste?<br />
Anzi no, perchè prendersela con delle lavoratrici che anche loro saranno inorridite, forse Rocco a forza di vivere nel suo video-porno-mondo fantastico dove le ragazze ci stanno sempre, a perso il contatto con la realtà.<br />
<br />
O forse lui non ce l'avrebbe abbastanza duro da penetrare una donna contro la sua volontà?<br />
<br />
O forse si dimentica che con un coltello alla gola anche lui si farebbe mettere un palo di 30 centimetri su per il culo?<br />
<br />
O forse non sa che ci sono punti nel corpo che se colpiti nel modo giusto annientano la vittima?<br />
<br />
Posso ipotizzare che sia solo una persona ignorante che oltre a lavorare, ci ragiona pure con il cazzo.<br />
<br />
E lui ha diritto ad avere la sua opinione e forse ha diritto anche di condividerla sui media... forse... o forse no?...perchè quando si parla su di un media, si possono fare danni.<br />
<br />
Vogliamo forse inculcare nella mente delle persone che è impossibile penetrare una donna senza il suo assenso?<br />
<br />
Vogliamo dare quest'arma in più agli stupratori?<br />
<br />
Dov'è la Boldrini e gli altri sempre-indignati di fronte a queste affermazioni terribili e socialmente pericolose?<br />
<br />
Dove sono tutti quelli che gridano allo scandalo quando qualcuno usa la parola "Negro" invece che "Di colore" oppure "Frocio" invece che "Omosessuale"?<br />
<br />
<br />
<div>
</div>
<br />
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin: 0px; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
Caspita, vorrei lanciare l'hashtag #roccosiffredifattifurbo.</div>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-79746092792446762962018-03-18T08:50:00.001+01:002018-03-18T08:50:28.936+01:00La musica come forma di volontariatoGiovedì scorso con la formazione "Just in trio" abbiamo eseguito due mini esibizioni di circa mezz'ora in un'ospedale di Torino.<br />
Ci siamo esibiti prima nel reparto di neonatologia e poi in quello di oncologia.<br />
E' stata un'esperienza incredibile.<br />
La musica che abbiamo portato è stata utile ed ha regalato a molte persone quei "30 secondi - 5 minuti" di pausa dal tram-tram quotidiano che, si sa, in ospedale non è per niente bello.<br />
Abbiamo dato un piccolo aiuto ai malati, ma anche al personale.<br />
Ho visto medici fermarsi per 30-40 secondi e prendersi un attimo di pausa, ho visto i familiari dei malati distendersi anche solo un minuto ed ho visto alcuni malati davvero contenti di avere un po' di intrattenimento.<br />
E' stata un'esperienza molto bella, mai mi sono sentito così utile... non avrei mai pensato che questa mia passione potesse fare del bene. E' stata un'"Esperienza rivelazione".<br />
<br />
La sera poi abbiamo suonato con la stessa formazione al caffè "Intervallo" proponendo uno spettacolo di "prova aperta". La nostra musica è piaciuta, ma il tipo di approccio non mi è sembrato fare troppa presa... in verità nemmeno io ero convintissimo... meglio un bel concerto tradizionale.L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-85605272667610782752018-02-18T10:36:00.001+01:002018-02-18T10:36:20.190+01:00Sul perchè il disco "Black Coffè" di Joe Bonamassa è il più bel disco rock/blues degli ultimi 30 anni.Seguo il chitarrista Joe Bonamassa da oramai un paio di anni.<br />
Chitarrista dalla tecnica sopraffina e dall'incredibile gusto con la qualità notevole di essere con la sua chitarra sempre al posto giusto al momento giusto, capendo anche quando è meglio che la chitarra sia del tutto assente.<br />
Dopo questa lode sulle sue qualità di chitarrista, passo al lato negativo che è la sua spesso scarsa dote di compositore. Lo ascolto sempre volentieri, ma sempre per sentire la sua chitarra poiché solo pochi suoi pezzi sono davvero validi; tutti bellini, ma pochi davvero belli.<br />
Altro piccolo difetto è la sua voce: voce intonata e ben gestita, ma dal timbro e dal carisma poco convincenti su questo tipo di musica.<br />
<br />
Da poco ho acquistato "Black Coffe", disco dove il grande chitarrista si fa aiutare alla voce Beth Hart che è una cantante davvero spettacolare con un carisma ed un timbro da brividi... e fanculo al razzismo contro le cantanti blues bianche... questa "piscia nel culo" a quasi tutte le cantanti nere che ho sentito fino ad ora.<br />
Dal punto di vista della composizione il problema è risolto perché si tratta di un cd di cover o pezzi scritti da altri autori.<br />
Gli arrangiamenti sono spettacolari, ma davvero spettacolari... i suoni sono grezzi e fungono da contrappassum alle finezze tecniche... l'approccio è vecchia maniera, ma con un "ordine sonoro" moderno che permette di godere appieno la musica pur mantenendo un groove che non sento dai tempi di Gary Moore o Jeff Healey che però a causa dell'approccio di mixing risultano più "pasticciosi" rispetto a Bonamassa.<br />
La scelta dei pezzi è davvero azzeccata così come l'idea di creare un approccio stilistico e sonoro personale, ma adattivo alle situazioni.<br />
<br />
Non ascolto un disco di blues così da 30 anni perché, a prescindere da tutto, è un disco incredibilmente bello da ascoltare... e riascoltare.<br />
Il disco è registrato in analogico, quindi consiglio l'acquisto e l'ascolto in vinile. Insieme al vinile ci sono i codici per scaricare gli mp3 che ho verificato essere di qualità.<br />
<br />
Altro da dire non ho, se non "Buon ascolto"L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-32092034588721369672018-02-10T18:32:00.000+01:002018-02-10T18:32:14.374+01:00Lele Fagliano... un musicista... che mi ha insegnato cos'è un musista20 anni fa circa me ne stavo sempre con un gruppo di amici, si chiamavano Jo, Gian-up e Davide.<br />
Erano tutti musicisti ed insieme si andava ai concerti, a bere nei locali e ci si ri-trovava spesso nei posti più improbabili a filosofeggiare sulla musica e sulla vita.<br />
Ai tempi eravamo ventenni con l'unica preoccupazione di fare/ascoltare buona musica e separare dalle loro mutandine il numero più alto di ragazze possibile.<br />
<br />
Con noi spesso c'era anche Lele, allora quasi cinquantenne.<br />
Non so nulla della vita di Lele prima di quell'età: perché fosse ossessionato dallo stile dei nativi d'america, dalle filosofie anni '70 e perché fosse arrivato ad amare sopra ogni cosa la musica.<br />
<br />
Lele era quel tizio con i capelli lunghi e lisci vestito in stile anni '70 che passeggiava con aria assente per Saluzzo.<br />
Lele era quel tizio che trovavi a tutti i concerti, di tutti i genere che si facevano a Saluzzo... spesso lo trovavi anche a concerti in altri posti, ma meno spesso perché Lele si era sempre rifiutato di prendere la patente e quindi per uscire da Saluzzo la sera doveva fare l'autostop od aggregarsi a qualcuno... come ad esempio noi... noi che come lui si viveva per andare ai concerti.<br />
Lele era anche quell'infermiere che quando te lo trovavi davanti in ospedale pensavi "Oh mio Dio, sono nella merda" e poi però si occupava di te con un'umanità ed una pazienza non comune.<br />
<br />
Lele scriveva canzoni e suonava la chitarra.<br />
Le sue canzoni non erano male... magari non erano originalissime, ma di sicuro erano superiori al 90% della merda che ci propinano oggi alla radio ed al festival di San Remo.<br />
Lele sapeva quattro accordi e 7 arpeggi sulla chitarra e su queste basi ha scritto decine di canzoni. Aveva uno stile tutto suo che enfatizzava chiaramente quanto per lui fosse importante quello che raccontava nei suoi testi.<br />
Lele a dire il vero non era un gran che come cantante, era abbastanza stonato e con la voce raschiata via forse dagli eccessi della gioventù... ho scoperto al suo funerale che è anche stato giovane perché qualcuno ha portato una foto di quando era ventenne.<br />
<br />
Lele è una delle poche persone rimaste fedeli a se stessi ed ai propri ideali per tutta la vita.<br />
Lele mi ha insegnato cosa significhi essere un musicista ovvero amare la musica più di ogni altra cosa.<br />
<br />
Lui amava la musica più di ogni altra cosa.<br />
Ha colto ogni occasione possibile per cantare le proprie canzoni... ogni concorso, ogni manifestazione, ogni festival, ogni costinata, compleanno, anniversario, elezione, cena, addio al celibato, matrimonio, divorzio, trasloco, constatazione amichevole, duello e così via.<br />
Lo trovavi a partire dai palchi dei concorsi di paese dove le ragazzine cantavano le cover dalla Pausini con le basi fino ai raduni punk dove ragazzotti dai capelli tinti facevano vedere il culo al pubblico durante le canzoni. Lui saliva sul palco con la sua chitarra e faceva le sue canzoni.<br />
A volte la gente rideva e lo prendeva in giro, altre volte batteva le mani seguendo le sue canzoni... lui non si è mai tirato indietro di fronte a nessuna occasione di suonare e non una volta l'ho sentito criticare un palco.<br />
Ha collaborato praticamente con tutti i musicisti del Saluzzese.<br />
Non importava se fossi un dio od una scarpa, se sapevi suonare qualcosa lui aveva piacere di suonare con te qualche sua canzone.<br />
Se poi lo incontravi per strada di chiedeva dei tuoi gruppi, della tua musica, dei tuoi strumenti.<br />
La chitarra l'aveva sempre a portata di mano, la faceva sbucare dal nulla che "Harry Potter levati proprio" e poi ti faceva sentire il suo ultimo pezzo.<br />
<br />
Grazie a questo suo amore incondizionato per la musica si è guadagnato il rispetto di tutti i musicisti che ha conosciuto ed a tanti, come a me, ha insegnato cosa significa essere un musicista.<br />
<br />
E' morto di colpo a 68 anni e da oggi la scena musicale saluzzese è di sicuro un po' più triste.<br />
<br />
Al funerale oggi una signora ad un certo punto ha detto ad alta voce "Perchè non c'è nessuno che prende una chitarra e gli suona un canzone?"... perchè tutti i suoi amici musicisti (presenti a decine) erano troppo tristi per pensare di imbracciare uno strumento.<br />
<br />
Se c'è qualcosa dall'altra parte, di sicuro starà facendo impazzire gente come Hendrix, Charles, Bonham, Zappa, B.B.King per fare due note insieme... ragazzi... trattacelo bene.L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-17776412847793567732017-11-12T16:56:00.000+01:002017-11-12T16:56:16.005+01:00Gudu’s Pura Vida Experience – Part five: di kayak e quetzalTratto da www.travelgudu.wordpress.com, il blog di Viaggio scritto a 4 mani da me e la Virgi.<br />
<br />
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Da Playa Dominical, da dove siamo partiti per l’escursione al <a href="https://travelgudu.wordpress.com/2017/08/08/gudus-pura-vida-experience-part-four-di-onde-e-foresta-primaria/" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #1abc9c; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease-in-out; vertical-align: baseline;">Corcovado</a>, consigliati dalla inseparabile Lonely Planet abbiamo contattato i ragazzi del <a href="http://www.pineapplekayaktours.com/" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #1abc9c; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease-in-out; vertical-align: baseline;">Pineapple Tour</a> con cui abbiamo organizzato una stupenda escursione in kayak tra i mangrovieti.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Non eravamo mai saliti su un kayak prima, ma ci siamo subito appassionati. Con noi c’era anche una coppia di ragazzi inglesi parecchio simpatici e i due ragazzi che ci facevano da guida erano gentili e spassosi. Dopo un rapido briefing, ci hanno caricati in jeep e portati lungo il fiume con i kayak. Chiusi i nostri “valori” in sacche impermeabili siamo partiti giù per il fiume. Non si è trattato di rapide, certo, ma nei punti in cui la corrente diventava più vivace è stato davvero entusiasmante. In un paio di punti, a causa dei temporali notturni, alcuni tronchi ostacolavano il corso del fiume, così siamo scesi caricandoci i kayak in spalla per superare l’ostacolo (e per farci un tuffo, dopo aver scrutato la riva per escludere la presenza di coccodrilli…). Giunti alla foce del fiume, abbiamo remato verso il mangrovieto, dove le acque sono tranquille e lente, ci siamo lasciati trascinare pigramente, intorno solo quiete, decine di esseri viventi a sbirciare tra il fogliame e un risuonare continuo di tac-tac di innumerevoli chele aperte e chiuse a ripetizione. Rientrati alla spiaggia, i ragazzi del Pineapple Tour ci aspettavano con la mitica <em style="border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">agua de pipa</em> (acqua di cocco) e frutta fresca.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkZ8ehofq3u6GEbhNCsEMUJ6DpMF5wyvUoyg0x0iUaSZFzmVOpQ60uf3k5Yqb5CVGVmdr2mcnd0vDDEHDS4jqRvo7VCt33vdS8htTollzAi7GLVtMevIdvTCT_7b3oxIWeHEtdlAbIS70/s1600/a1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="700" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkZ8ehofq3u6GEbhNCsEMUJ6DpMF5wyvUoyg0x0iUaSZFzmVOpQ60uf3k5Yqb5CVGVmdr2mcnd0vDDEHDS4jqRvo7VCt33vdS8htTollzAi7GLVtMevIdvTCT_7b3oxIWeHEtdlAbIS70/s640/a1.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoReyJVDxtTBHrlDUgqqfrDnWFJmL81qLvvIYI6XYXnMTU0dUekcDoGlfyUG_2fZEf_JFGRXiDyZtiY6JhFCMfztfUwxiCr47j1GzlbiQ-aONUxBstypPA89Nb66F7XMlygyIrcBiNlWA/s1600/a2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="700" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoReyJVDxtTBHrlDUgqqfrDnWFJmL81qLvvIYI6XYXnMTU0dUekcDoGlfyUG_2fZEf_JFGRXiDyZtiY6JhFCMfztfUwxiCr47j1GzlbiQ-aONUxBstypPA89Nb66F7XMlygyIrcBiNlWA/s640/a2.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguJLSNbDQvXwEFov8NNHlZq47aTl6pcJYseGwcx_faCFnh-XT06U4TGdbMG2uApTpfKJ4Dow-HN3iexa9xzd26TX-hvtjSPwG0PEY5EdJ26GdZ3GVkjRfSiud7b13_7gcRvhmu24K4fig/s1600/a3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="700" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguJLSNbDQvXwEFov8NNHlZq47aTl6pcJYseGwcx_faCFnh-XT06U4TGdbMG2uApTpfKJ4Dow-HN3iexa9xzd26TX-hvtjSPwG0PEY5EdJ26GdZ3GVkjRfSiud7b13_7gcRvhmu24K4fig/s640/a3.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br />L’indomani abbiamo lasciato la costa per dirigerci verso la zona interna, più montagnosa e disabitata, diretti, più precisamente, a San Gerardo De Dota e alla regione del Rio Savegre. Guidando per strade ripide in mezzo ai boschi, abbiamo raggiunto il nostro lodge. La zona del Rio Savegre è famosa per la presenza di un uccello particolarmente colorato e bello, chiamato Quetzal Splendente, prossimo alla minaccia dell’estinzione ed obiettivo delle nostre escursioni in zona. Naturalmente il nostro cercare è stato vano anche se (forse) ne abbiamo sentito il verso un paio di volte…<br style="box-sizing: border-box;" />Per contro, abbiamo fatto delle belle ed avventurose escursioni lungo il Rio, e avvistato svariati pennuti colorati e ciarlieri. Per la verità, lo stato delle “infrastrutture” dei sentieri in zona lasciava molto a desiderare (ponticelli marci, corde staccate, gradini mancanti) ma noi impavidi non ci siamo lasciati scoraggiare.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCXFCWgtlouuvWDYKro2OTb-bhuhcv_oEFuzfSR3adtcvVrURJMFfCga43gF5YxWPDjRShNCWsWv7flx4yAKjcDfbITSiH7l48ifAr7paC5b6mFMvMdQRie_jACDYj8fVaI8badVWmbwQ/s1600/a4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="676" data-original-width="676" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCXFCWgtlouuvWDYKro2OTb-bhuhcv_oEFuzfSR3adtcvVrURJMFfCga43gF5YxWPDjRShNCWsWv7flx4yAKjcDfbITSiH7l48ifAr7paC5b6mFMvMdQRie_jACDYj8fVaI8badVWmbwQ/s640/a4.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br />La zona del Savegre è freddina, tanto che era un piacere rientrare al lodge la sera, infreddoliti e umidi. Sì, perché naturalmente abbiamo beccato la pioggia, tanta pioggia, ci siamo rifugiati nelle mantelline con tanto di zaini sotto le mantelline, sembravamo quasi due Hobbit alla ricerca dell’anello.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvXenR3SRn8Qsoso4W4342mRHitFim9ydJPqtfOEKIgZdzMp4q6_Y-8PmmPlS82VaFHyJotwMKpfau6h332o40PsWC6GMPifEprSsunrnWfIR0B4L56rXcQmiS5Attb0JZFdb7fbAr3Sk/s1600/a5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="676" data-original-width="676" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvXenR3SRn8Qsoso4W4342mRHitFim9ydJPqtfOEKIgZdzMp4q6_Y-8PmmPlS82VaFHyJotwMKpfau6h332o40PsWC6GMPifEprSsunrnWfIR0B4L56rXcQmiS5Attb0JZFdb7fbAr3Sk/s640/a5.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br />A San Gerardo De Dota si è conclusa la nostra avventura in mezzo ai <em style="border: 0px; box-sizing: border-box; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">ticos</em> e alla mutevole natura costaricense. Rientrati a San Josè, ci siamo imbarcati e, di nuovo dopo un lungo volo ed uno scalo a New York – durante il quale hanno ispezionato il nostro borsone pieno zeppo di roba sporca bagnata e sudata dalle piovose escursioni dei giorni precedenti (chissà quei poveri cani anti-droga e anti-esplosivo quanto si sono pentiti!) – siamo rientrati a casa. Con gli occhi ricchi del verde rigoglioso della foresta, del bianco e del nero delle spiagge e del blu del mare e con il cuore pieno di ricordi e di esperienze – il vero bottino di ogni viaggio.</div>
<div style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: rgba(0, 0, 0, 0.4); font-family: Raleway, "Helvetica Neue", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
:::::::Info pratiche:::::::</div>
<div style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: rgba(0, 0, 0, 0.4); font-family: Raleway, "Helvetica Neue", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Zona: provincia di Puntarenas<br style="box-sizing: border-box;" />Lodge: Villas Rio Mar (Playa Dominical) e Savegre (San Gerardo De Dota); Hotel Alta Las Palomas (San Josè)<br style="box-sizing: border-box;" />Attività:<br style="box-sizing: border-box;" />Fare pipì a bordo fiume con simil-avvoltoi intorno in attesa. Fatto. Voto 6/10.<br style="box-sizing: border-box;" />Girare su stessi col kayak in preda alla corrente. Fatto. Voto 7/10.<br style="box-sizing: border-box;" />Bere l’acqua di cocco direttamente dal cocco. Fatto. Voto 9/10.<br style="box-sizing: border-box;" />Passare su ponti sospesi mezzi marci tipo Indiana Jones. Fatto. Voto 8/10.<br style="box-sizing: border-box;" />Gin tonic nel mezzo di montagne remote. Fatto. Voto: 7/10.<br style="box-sizing: border-box;" />Inutile cerca del Quetzal Splendente. Fatto. Voto: 3/10.<br style="box-sizing: border-box;" />Prendere per il culo il Quetzal Splendente per il suo nome. Fatto. Voto 8/10.<br style="box-sizing: border-box;" />Parlare dei massimi sistemi con piccoli uccelli rossi. Fatto. Voto 6/10.<br style="box-sizing: border-box;" />Indice di fastidio umanità: 2 JarJar. Poca gente e tanto spazio vitale.<br style="box-sizing: border-box;" />Indice di fastidio fauna: 5 JarJar. Sto Quetzal però poteva uscire a farsi vedere.<br style="box-sizing: border-box;" />Indice di piovosità: 7 Giuliacci. Piogge tipo film fantasy.<br style="box-sizing: border-box;" />Indice di fatica: 0,2 Cherro Chato. Camminate lunghe si, ma umane.</div>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-25541415049155716792017-11-12T15:50:00.000+01:002017-11-12T15:50:21.901+01:00Gudu’s Pura Vida Experience – Part four: di onde e foresta primariaTratto da www.travelgudu.wordpress.com, il blog di Viaggio scritto a 4 mani da me e la Virgi.<br />
<br />
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Il Costa Rica è un paese dalle mille avventure e dai mille ecosistemi. Lasciando la foresta nebulare siamo arrivati sulla costa, nel famoso Parque Nacional Manuel Antonio, dove la foresta si perde sulla sabbia bianca e arriva a lambire le onde dell’oceano pacifico.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Il primo bagno nel Pacifico è incredibile: acqua tiepida e onde, e una risacca che ti porta via. E’ un attimo ritrovarsi come bambini a prendere di petto ogni onda e lasciarsi travolgere e portare a riva in una capriola di sabbia e sale. E se inizia a piovere mentre si è in mare (e in Costa Rica accadrà di sicuro), è ancora più bello, mare caldo e pioggia fresca. Da restarci per sempre e diventare salsedine.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Il Parco Manuel Antonio non è esattamente un paradiso naturale o, meglio: potrebbe esserlo, se non fosse per tutte le persone che lo invadono (letteralmente). In particolare perché all’interno del parco, oltre a percorsi naturalistici per osservare fauna e flora, ci sono bellissime spiagge bianche dove è consentita la balneazione. E ci sono pure tanti (troppi) italiani… [troppo spesso gli italiani all’estero sono chiassosi e invadenti, in un attimo si perde la sensazione di “esotico”, perciò sentire l’idioma natio ci fa richiudere a riccio, accelerare il passo e masticare parole inglesi a caso]. Comunque, nel parco abbiamo percorso un bel po’ di sentieri, avvistato ogni sorta di scimmia presente e bradipi, ragni, procioni, roditori e mustelidi vari. Enormi iguana addormentate sulle radici di mangrovie in spiaggia. Processioni di formiche, ognuna con il proprio pezzetto di foglia, instancabili. Granchi, lucertole, farfalle.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6WL3Rum9EIViBTD_bSQ39pLmeddQApXIX59_NqXBn0XCSwlQuJicrs-NmmupYU8wcwOxCiqKFIcTXqpzf0VbohunA2-uap6-ftuqHJMakoq4qLn8E3kOfor7-PHU325IrOEpEh7FS_bo/s1600/09.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="469" data-original-width="700" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6WL3Rum9EIViBTD_bSQ39pLmeddQApXIX59_NqXBn0XCSwlQuJicrs-NmmupYU8wcwOxCiqKFIcTXqpzf0VbohunA2-uap6-ftuqHJMakoq4qLn8E3kOfor7-PHU325IrOEpEh7FS_bo/s640/09.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKx5r1bvPfU1PBjzC8pwC5-TtN0iDlQ9upctfIEJeIhwpoccXpwcYW1d9_GzQ3OgopGJvpehMuHQtXL96BGNLgmV0wwVFzxWVs77bYYvnYb-4zygDm1vHv0-g65WFLzhIROWKZmLvz2Mc/s1600/10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="468" data-original-width="700" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKx5r1bvPfU1PBjzC8pwC5-TtN0iDlQ9upctfIEJeIhwpoccXpwcYW1d9_GzQ3OgopGJvpehMuHQtXL96BGNLgmV0wwVFzxWVs77bYYvnYb-4zygDm1vHv0-g65WFLzhIROWKZmLvz2Mc/s640/10.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_3mbMqzVH7JTxpnAQHNd-5o1jhNpSksUbxZhh8GqfUs4ul9jOzwMmr5OCkX2fMFUkd3FcrUNRqyc0Ee6Ko4zhtY6oa_HoIO2roq-9xbEqd4vjxfW91vo6H1yaZiyqUv4Yhg2EIw7_82A/s1600/11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="468" data-original-width="700" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_3mbMqzVH7JTxpnAQHNd-5o1jhNpSksUbxZhh8GqfUs4ul9jOzwMmr5OCkX2fMFUkd3FcrUNRqyc0Ee6Ko4zhtY6oa_HoIO2roq-9xbEqd4vjxfW91vo6H1yaZiyqUv4Yhg2EIw7_82A/s640/11.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br />Lasciato Manuel Antonio, ci siamo spostati poco più a sud a Playa Dominical. Da qui, era stata organizzata una escursione verso il Parque Nacional Corcovado, ovvero “the most biologically intense place on Earth” secondo National Geographic. Come non andarci? Si trova nella Penisola di Osa, nel sud del Paese, e si raggiunge solitamente via mare. Perciò al mattino un pulmino ci ha prelevati dall’hotel e nel giro di mezz’ora noi – assolutamente ignari di come si sarebbe svolta la gita – ci siamo ritrovati sulla spiaggia, con le scarpe da trekking in un sacco della spazzatura, circondati da una manciata di altre persone (attrezzati con costume da bagno e sandali da mare, loro!), a sfidare le onde immersi fino al bacino per raggiungere il motoscafo che ci avrebbe portato alla ricerca di delfini e balene. Ed evidentemente era il periodo giusto, perché ne abbiamo avvistati un sacco. Vedere questi pachidermi del mare emergere, spiccare salti e abbandonarsi mollemente al mare spruzzando acqua a pochi metri dal motoscafo è incredibile e a tratti preoccupante. Animali giganteschi, ma aggraziati e “dolci” del loro muoversi all’unisono con i loro cuccioli.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Dopo più di un’ora di motoscafo abbiamo raggiunto finalmente Corcovado. Famoso in particolare per la presenza del tapiro di Baird e per la densità di felini, il parco è quasi interamente foresta primaria, intatta, incontaminata dalla presenza umana. Foresta primaria significa che non è mai stata tagliata dall’uomo: gli alberi sono nati cresciuti e morti nel caos, in un tempo senza tempo scandito solo dagli eventi atmosferici. Foresta, come diecimila anni fa. Dove noi ci siamo addentrati (con una guida) per avvistare svariate scimmie, molti pipistrelli ed uccelli, tra cui l’Ara Scarlatta, e soprattutto per godere di quel senso di selvaggio. Naturalmente tapiri e giaguari se ne sono rimasti rintanati per benino nella vegetazione. La spiaggia pigra invasa da granchietti come sassolini che rotolano all’unisono con la risacca.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ6Plma2kBpS_I_-F8ZlQsINJu-7BJWqq1-nty9k-2JnsJ9L3afF7sAsvr_52oQ5UfpJ5q1YNik-6adAmqOk28x3AKgZN2qGMhSXaQSt1Hfe5cckgsxIJjVlCYAfN2ua-LMHjDp967j80/s1600/12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="453" data-original-width="676" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ6Plma2kBpS_I_-F8ZlQsINJu-7BJWqq1-nty9k-2JnsJ9L3afF7sAsvr_52oQ5UfpJ5q1YNik-6adAmqOk28x3AKgZN2qGMhSXaQSt1Hfe5cckgsxIJjVlCYAfN2ua-LMHjDp967j80/s640/12.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br />Raggiungere lo sperduto parco di Corcovado vale indubbiamente la pena: selvaggio, isolato, un incredibile angolo di natura vergine da <a href="http://osaconservation.org/" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #1abc9c; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease-in-out; vertical-align: baseline;">proteggere</a>.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMH0VjXVdpp4Ro_C7s1JmN5bYLuRHlwYhpCq0xKgzs6CkaDe6nkyaIQDbUjMQYF9jyOOytu7uTmSftdTSlU3PxM5l9uLcBKOYIgkO-_9nu63Mbsdxx5S8nuy3jhXUz6LbrAZ44AVuLATs/s1600/13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="453" data-original-width="676" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMH0VjXVdpp4Ro_C7s1JmN5bYLuRHlwYhpCq0xKgzs6CkaDe6nkyaIQDbUjMQYF9jyOOytu7uTmSftdTSlU3PxM5l9uLcBKOYIgkO-_9nu63Mbsdxx5S8nuy3jhXUz6LbrAZ44AVuLATs/s640/13.jpg" width="640" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: rgba(0, 0, 0, 0.4); font-family: Raleway, "Helvetica Neue", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
:::::::Info pratiche:::::::</div>
<div style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: rgba(0, 0, 0, 0.4); font-family: Raleway, "Helvetica Neue", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Zona: provincia di Puntarenas<br style="box-sizing: border-box;" />Lodge: Costa Verde (Manuel Antonio) e Villas Rio Mar (Playa Dominical)<br style="box-sizing: border-box;" />Attività:<br style="box-sizing: border-box;" />Bagno nel pacifico con regressione ad anni 4. Fatto. Voto 9/10<br style="box-sizing: border-box;" />Prendere per il culo le iguane per il loro sculettare. Fatto. Voto 7/10.<br style="box-sizing: border-box;" />Stare sulla punta del motoscafo per fare il figo e poi sbriciolarsi l’osso sacro a causa dei mille salti sulle onde. Fatto. Voto 2/10<br style="box-sizing: border-box;" />Stare in mezzo a balene che saltano. Fatto. Voto 9/10<br style="box-sizing: border-box;" />Essere spruzzati dalle balene. Non Fatto. Peccato.<br style="box-sizing: border-box;" />Inutile cerca del tapiro di Baird. Fatto. Voto: 3/10<br style="box-sizing: border-box;" />Parlare dei massimi sistemi con pipistrello. Fatto. Voto 8/10. Il pipistrello dormiva.<br style="box-sizing: border-box;" />Indice di fastidio umanità: 7 JarJar. Manuel Antonio troppo affollato. 1 JarJar Corcovado.<br style="box-sizing: border-box;" />Indice di fastidio fauna: 1 JarJar. Adorabile fauna, come sempre.<br style="box-sizing: border-box;" />Indice di piovosità: 1 Giuliacci. Incredibile sole, tranne un temporale durante il bagno nel pacifico<br style="box-sizing: border-box;" />Indice di fatica: 0,2 Cherro Chato.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373522133014604557.post-585828309575341022017-11-12T15:42:00.000+01:002017-11-12T15:42:39.227+01:00Gudu’s Pura Vida Experience – Part three: di vegetazione e nebbia<span style="background-color: white; font-size: 18px;"><span style="color: #444444; font-family: Lato, sans-serif;">Tratto da www.travelgudu.wordpress.com, il blog di Viaggio scritto a 4 mani da me e la Virgi.</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="background-color: white; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px;">Con le scarpe ancora infangate dal </span><a href="https://travelgudu.wordpress.com/2017/07/20/gudus-pura-vida-experience-part-two-di-vulcani-e-fango/" style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #1abc9c; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease-in-out; vertical-align: baseline;">Cerro Chato</a><span style="background-color: white; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px;">, il nuovo giorno ci riporta in auto a precorrere i poco più di 100 km che ci separano da Monteverde. O per meglio dire dal “Bosque Nuboso Monteverde”. Non so cosa stia capitando nella vostra testa, ma </span><em style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">bosque nuboso</em><span style="background-color: white; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px;"> nella nostra di testa accende immediatamente l’immagine della foresta tropicale, quella con le liane, magari pure con Tarzan.<br /></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBKFLS5b3jd9q_ym0EBN3AYQ7HBwmNb2du79FLJEuJ6Asv24ZJIYFRFRCuC_7stIpAD67iXw6LEfG0ge0UUsXEGxWaaVFUtyTKKPzwFCNPGYyDzHEeo0i0D4n6NVJh1LmVd6urJRiz5kU/s1600/06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="380" data-original-width="676" height="358" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBKFLS5b3jd9q_ym0EBN3AYQ7HBwmNb2du79FLJEuJ6Asv24ZJIYFRFRCuC_7stIpAD67iXw6LEfG0ge0UUsXEGxWaaVFUtyTKKPzwFCNPGYyDzHEeo0i0D4n6NVJh1LmVd6urJRiz5kU/s640/06.jpg" width="640" /></a><span style="background-color: white; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px;"><br /></span><br />
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
In effetti, il <a href="http://www.cloudforestmonteverde.com/index.html" style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: #1abc9c; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.2s ease-in-out; vertical-align: baseline;">Bosque Nuboso Monteverde</a> è proprio così: un intrico verde alto decine di metri, aggrovigliato, ombroso, e l’umidità che trasuda dagli alberi è tale da creare una perenne nebbiolina. Per contro, la temperatura non è troppo alta. Grazie all’ombra, alla frescura e all’altitudine (si raggiungono i 1460 m), la temperatura è tra il gradevole diurno e il frizzantino serale/mattutino.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="color: #444444;">Abbiamo dedicato all’esplorazione del parco un pomeriggio, un giorno ed una notte. Purtroppo, a causa delle piogge alcuni sentieri non erano agibili, ma noi naturalmente non ci siamo lasciati scoraggiare. Muniti delle preziosissime mantelline (NB. se programmate un viaggio in Costa Rica non potrete farne a meno), ci siamo lanciati nel verde. La vegetazione è straordinaria e avvolge ogni cosa; abbiamo avvistato scimmie e uccelli, non molti perché come già detto la stagione non è la più indicata e tra l’altro ci vuole un occhio d’aquila per scovare quelle matasse di pelo/piume nel verde.</span><br style="box-sizing: border-box;" /><span style="color: #444444;">Poco fuori dal parco, c’è un bar-ristorante che ha appeso agli alberi delle mangiatoie e degli abbeveratoi per i colibrì: è davvero uno spettacolo. Volano a pochi centimetri dagli spettatori, veloci come saette, volano, bevono, litigano e spariscono per tornare un istante dopo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Il Parco organizza escursioni notturne guidate per avvistare la fauna che di notte popola la foresta nebulare. Noi ovviamente abbiamo partecipato, avvistando svariati insetti, ragni (scoprendo che le tarantole sono animali indifesi e sfigatissimi: esiste un tipo di vespa che l’attira fuori dalla tana, la paralizza pungedola e infine depone all’interno del ventre della tarantola un uovo; la larva crescerà mangiando a poco a poco il ragno ancora vivo, finché non sarà pronta per la metamorfosi… terrificante) e pipistrelli. A questo punto probabilmente dovete sapere che i pipistrelli sono animali per noi amatissimi e quindi – pur non avendo avvistato anfibi né il giaguaro – siamo stati ampiamente ripagati. I pipistrelli sfruttano di notte gli stessi abbeveratoi usati dai colibrì, offrendo uno spettacolo ancora più magico seduto nell’oscurità della foresta. Sì, perché se la foresta è piuttosto ombrosa già durante il giorno, di notte il buio è buio per davvero. Spegnere le torce e restare in ascolto di un rumore prodotto da non si sa quale animale nella foresta è allo stesso tempo un brivido di curiosità e di paura.<br /><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv6DcnC6pXfz8t-IlweYoTJFT9c936KZ3-ZrYzoGM74dYDSFHa-lbL0gWrBVFwMr_85WP11fwS17EayRE6rtGTBA3iLyxZovpyTDayYdT5NbtOsM4UAn4eOyrFCBmXeBAULTzevrah3Q0/s1600/07.jpg" imageanchor="1" style="background-color: transparent; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="469" data-original-width="700" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv6DcnC6pXfz8t-IlweYoTJFT9c936KZ3-ZrYzoGM74dYDSFHa-lbL0gWrBVFwMr_85WP11fwS17EayRE6rtGTBA3iLyxZovpyTDayYdT5NbtOsM4UAn4eOyrFCBmXeBAULTzevrah3Q0/s640/07.jpg" width="640" /></a><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu3JQYCJto-l4u_GWg6GpENbjGli1ctbuGV6w_B5dGiXUQYZDJPqV1HH2xUWoFjYqT5HmiK1KD5-hyoLCub3uTG3rF27xMQTnqwhkgCZb4Ql3QafeqGiayndSpmC977DfUl3JWTRbf-FA/s1600/08.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="553" data-original-width="370" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu3JQYCJto-l4u_GWg6GpENbjGli1ctbuGV6w_B5dGiXUQYZDJPqV1HH2xUWoFjYqT5HmiK1KD5-hyoLCub3uTG3rF27xMQTnqwhkgCZb4Ql3QafeqGiayndSpmC977DfUl3JWTRbf-FA/s640/08.jpg" width="428" /></a></div>
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<span style="background-color: white;"><br /></span>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
A Monteverde il suolo è (anche) ricco di piantagioni di caffè; noi siamo capitati alla Finca La Bella Tica, dove siamo stati accolti inattesi da una ragazza e una signora anziana piuttosto stupite di vederci, tra un temporale e l’altro. Abbiamo acquistato caffè da riportare a tutti i caffeinomani italiani – prima tra tutti la sottoscritta. Abbiamo “bevuto” Costa Rica per settimane a casa, ogni tazzina colma di ricordi e di un pizzico di nostalgia.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: Lato, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
La ciliegina sulla torta della nostra permanenza a Monteverde è stato, senza dubbio, il Trapp Family Lodge, un lodge di montagna confortevole e accogliente, dove sorseggiare gin tonic mentre “fuori il vento flagella alberi e bradipi”.</div>
<div style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: rgba(0, 0, 0, 0.4); font-family: Raleway, "Helvetica Neue", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
:::::::Info pratiche:::::::</div>
<div style="border: 0px; box-sizing: border-box; color: rgba(0, 0, 0, 0.4); font-family: Raleway, "Helvetica Neue", sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.7em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Zona: provincia di Puntarenas<br style="box-sizing: border-box;" />Lodge: Trapp Family Lodge<br style="box-sizing: border-box;" />Attività:<br style="box-sizing: border-box;" />Escursione al Bosque Nuboso Monteverde. Fatto in lungo e largo. Voto 8/10<br style="box-sizing: border-box;" />Stare in mezzo a decine di colibrì pazzi. Fatto. Voto 9/10.<br style="box-sizing: border-box;" />Stare al buio in mezzo a decine di pipistrelli pazzi. Fatto. Voto 10/10<br style="box-sizing: border-box;" />Gin Tonic vista foresta. Fatto. Voto: 9/10<br style="box-sizing: border-box;" />Cena con odiatissima musica latin-jazz. Fatto. Voto: 3/10<br style="box-sizing: border-box;" />Guidare ancora come pazzi il fuoristrada su sterrato. Fatto. Voto: 9/10<br style="box-sizing: border-box;" />Parlare dei massimi sistemi con una tarantola dopo averla stanata con un rametto. Fatto. Voto 8/10. Tarantola mediamente scazzata.<br style="box-sizing: border-box;" />Indice di fastidio umanità: 1 JarJar. Record in positivo.<br style="box-sizing: border-box;" />Indice di fastidio fauna: 1 JarJar. Adorabile fauna.<br style="box-sizing: border-box;" />Indice di piovosità: 5 Giuliacci. Pioggia, vento, pioggia, vento, …<br style="box-sizing: border-box;" />Indice di fatica: 0,2 Cherro Chato.</div>
<span style="background-color: white;"><br /><br /><br /><br /><br /></span>L'omino con la chitarrahttp://www.blogger.com/profile/02993524820025331565noreply@blogger.com0