Chi ha mai letto qualcosa inerente la psicologia contemporanea o anche di alcune teorie del vastissimo ed eterogeneo campo del miglioramento personale ha già sicuramente sentito parlare dei sistemi di comunicazione istintivi e/o subconsci.
Per dirla in modo grossolano ed ignorante, si tratta di far pervenire al cervello (o all'anima dicono alcune teorie) un messaggio, addirittura una teoria o più semplicemente ancora una verità... il tutto senza spiegazioni, ma semplicemente stimolando le parti più profonde dell'essere umano mediante immagini, suoni, racconti.
Senza dubbio la Tartaruga Rossa vuole inviarci un "Qualcosa" proprio in questo modo intuitivo, mediante una poetica così intensa da penetrare i vari strati del conscio e comunicare direttamente con le nostre parti più profonde. Una poetica forte ed intensa, ma anche così delicata da disattivare ogni nostra difesa.
Siccome io non credo assolutamente nell'uguaglianza, perché col cazzo che siamo tutti uguali, sono dell'idea che questo non è un film per tutti.
Non parlo di cultura del singolo o di gusti... parlo di "apertura".
Proprio perché si parla di comunicazione intuitiva il messaggio può arrivare all'analfabeta come all'iper-colto, può arrivare al letterato come allo studioso di fisica quantistica, all'amante di Mozart come al fan di Liga-fucking-bue... e può arrivare a gente di tutte le lingue poiché non c'è nemmeno un dialogo.
Però... però... però... ci vuole la giusta disposizione d'animo: bisogna sedersi davanti allo schermo lasciando la mente libera di assorbire il film, osservandolo senza giudizio e con la mente libera.
La Tartaruga Rossa è un film semplice e struggente; con un capo ed una coda che si uniscono in un "cerchio esistenziale", ma anche surrealista e quasi non-sense.
La storia più semplice del mondo che forse è la vera storia dell'essere umano ridimensionata alla sua effettiva sfera di appartenenza.
L'essere umano è grande e plasmatore, ma al contempo è nulla nell'immensità del creato e finalmente torna a far parte del ciclo naturale delle cose.
Anche la Natura con la "N" maiuscola torna ad essere quello che profondamente è... si piega spesso all'uomo, ma al contempo lo sovrasta e gli sopravvive.
Ma in questo film Uomo e Natura diventano infinitamente piccoli di fronte all'Esistenza che li ingloba entrambi... quell'Esistenza che è legge universale inviolabile ed immutabile... comprensibile solo se la si guarda nella sua interezza e quindi incomprensibile didatticamente, ma comprensibile con lo spirito mediante un messaggio di poesia.
L'Uomo e la Natura tornano ad essere amanti, sposi, uniti come parte di qualcosa di più grande.
C'è un film che amo molto: L'ultimo Samurai con Tom Cruise.
In questo film il capo dei samurai Katsumoto dice: "Il fiore perfetto è cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata" e poi quando sta morendo sul campo di battaglia vede i fiori di un ciliegio e sorride dicendo "Sono tutti perfetti". L'intuizione esistenziale figlia dell'esperienza estrema pre-morte.
Ecco! Alla fine del film, con le guance rigate della lacrime, ho pensato "...perfetto...", pensando al ciclo dell'esistenza così poeticamente descritto.
Perché il ciclo dell'esistenza è così... ed è perfetto.
La Tartaruga Rossa è per me il film d'animazione migliore degli ultimi cinque, forse 10 anni... ma forse non va inserito solo nella categoria dei film di animazione, è un'opera di insegnamento filosofico intuitivo, alla pari di alcuni grandi poemi, composizioni musicali o scritti.
Film che stupisce, commuove, insegna e riempie di bellezza.
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