mercoledì 15 febbraio 2012

Gudu's Namibian experience - Parte quarta

Torno a scrivere dopo una pausa dovuta al trasloco, infatti io la Vigi siamo andati a vivere insieme.

Ma ora voglio continuare a parlare della Namibia.

Ci sono posti al mondo, dove il silenzio è così grande e sacro che dopo un po' si comincia a sentire il rumore degli animali che si muovono, poi degli insetti, poi delle piante che crescono... fino a sentire la splendida musica del sole nasce e muore all'orizzonte. La Namibia è uno di questi sacri posti.
Sono 26 anni che faccio musica a buoni livelli ed amo la musica in modo indescrivibile, ma per tutto il tempo che sono stato in Namibia, non ho mai sentito il bisogno di suonare o di ascoltare musica.

Il quinto giorno (29-agosto-2012) ci siamo alzati come sempre all'alba e siamo partiti alla volta di Swakopmund.
Abbiamo fatto nuovamente sosta a Solitaire per fare rifornimento ed acquistare biltong, acqua, frutta secca e la famosa torta di mele di Moose. Poi ci siamo ripartiti verso nord.

La strada ci ha regalato emozioni di guida, infatti siamo passati attraverso il Tropico del Capricorno e poi siamo saliti su immensi altipiani attraverso strade che erano perfette per un bel rally e così ci siamo alternati alla guida divertendoci a sfruttare la trazione 4x4.



All'ora di pranzo ci siamo fermati ad un incrocio dove era visibile una piccola area di sosta con un tavolo di pietra. Li in mezzo al nulla, cullati dal suono dell'erba secca mossa dal vento, abbiamo fatto un pranzo al sacco con i viveri comprati a Solitaire. Mangiare carne secca in mezzo alla savana, con struzzi e springbook che ti osservano da lontano, ci ha armonizzato totalmente con la natura. Da quel momento in poi abbiamo perso l'ansiogena occidentalizzazione del tempo: abbiamo perso l'ansia per lo scorrere del tempo... in quel luogo magico, siamo sfuggiti alla schiavitù di Kronos e siamo stati in grado di vivere appieno il presente.
Il biltong è molto più buono di quel che si potrebbe pensare guardandolo e da molta energia... poi tutto diventa più buono quando si è in un luogo così pacifico ed armonico.
Visitando la Namibia ho scoperto che l'uomo è l'unico essere vivente non in armodia col mondo; infatti dove è assente l'uomo c'è solo armonia... penso che questo sia dovuto soprattutto al fatto che siamo troppi su questa terra, siamo un "infestante" della terra. L'uomo che vuole cambiare la terra invece che fondersi con essa e si riproduce senza ritegno.

Nel torrido pomeriggio, siamo arrivati nel pressi di Swakopmund nella zona cosiddetta "Moon landscape", dove cresce anche la famosa "Welwitschia mirabilis".
Lascio la descrizione della pianta a wikipedia e mi mi limito a dire che è una pianta molto curiosa, come curioso è anche l' "Albero faretra" ed altre piante che crescono in questa zona. La cosa che però lascia senza fiato è il panorama.
Non a torto hanno chiamato questa zona "Moon landscape"; non ho mai visitato la luna, ma sicuramente posso dire che il panorama che ho visto, è così ameno da dare l'idea di essere extraterrestre.
In questa zona, durante le nostre pause per ammirare il panorama, abbiamo fatto la conoscenza del "Nostro Amico".
Il "Nostro amico" è un avvocato di Torino che viaggiava vicino a noi sull'aereo, abbiamo incrociato un paio di volte nei primi giorni e col quale abbiamo finalmente fatto conoscenza proprio durante una delle nostre soste nella zona Moon landscape.
Non mi ricordo più il suo nome (peccato, mi sarebbe piaciuto contattarlo per sapere come ha concluso il suo viaggio), ma ricordo bene il suo sguardo: uno sguardo curioso, ma svogliato... come se gli mancasse qualcosa per godere appieno di quello che aveva attorno. Ci siamo presentati ed abbiamo scattato un paio di foto insieme.
Lui era stupito del fatto ch enoi viaggiassimo da soli senza guida, era scontento della sua di guida e non era in una fase di massimo divertimento e buon umore, però era una persona piacevole ed è stato bello scambiare due parole in italiano con un connazionale che viveva pure vicino a noi.
La sera, intorno alle 17.00 siamo arrivati a Swakopmund.
Il primo approccio non è stato molto piacevole: dopo giorni di deserto e savana, ritrovarsi di fronte ad una cittadina piena di cantieri e di persone mi ha dato una sensazione di incredibile squallore e mi ha fatto provare molto fastidio. A questa sensazione si è aggiunto il panico di guidare in città solo seguendo la piantina.
Fortunatamente le cose sono andate meglio quando siamo arrivati alla "Sirenetta Bed & Brekfast", un piccolo b&b in una zona molto tranquilla della città.
La proprietaria si è dimostrata subito gentile e disponibile e ci ha prenotato la cena in un pub del centro. Ad accoglierci anche Pluto, il simpaticissimo cane-maschotte del luogo.

Dopo un breve giro in centro (che è un'area di 300 metri di diametro ad esagerare), siamo finiti in un internet point in attesa che arrivasse l'ora di cena.
La cittadina sembrava una di quelle postazioni di frontiera che si vedono nei film. Era fervente di attività ed in pieno sviluppo e cercava di essere il più moderna possibile nonostante gli evidenti problemi logistici ed economici.
La gente sprizzava energia, anche se si muoveva con la classica flemma africana, e c'era parecchio movimento per le strade.
A Swakopmund ad agosto fa piuttosto freddo, la sera la temperatura scende anche fino a 10°C e noi non eravamo molto preparati a questo clima, per questo motivo ci siamo riparati nell'internet point che era una stanza di quattro metri per tre con cinque pc attivi ed un paio di tavoli vuoti per i proprietari di portatili.
I pub erano tutti in stile tedesco; si mangiava bene e si beveva della discreta birra; la cosa più tipica era la presenza di porzioni di biltong appese ad appositi supporti in ferro sul bancone.
Dopo cena siamo tornati rapidamente al b&b dove abbiamo trovato l'ingresso ed il cortile interno illuminato da candele ed un bracere acceso del cortile interno, dove ci aspettava scodinzolante Pluto. A volte basta poco per rendere l'atmosfera speciale; qualche candela, un pezzo di legno che brucia lentamente e l'affetto di un cagnolino. Quello che però rendeva l'atmosfera così rilassata era la proprietaria che emanava serenità da ogni movimento, ogni espressione facciale ed ogni parola emanava serenità... tutto il resto fungeva da ottima ciliegina sulla torta.
Rientrati in camera, abbiamo trovato sui cuscini dei cioccolatini, sui comodini delle bottiglie d'acqua e nel letto due bottiglie dell'acqua calda felpate.
Inutile dire che ci siamo rapidamente addormentati beati.

E così il quinto giorno era volto al termine, fra acrobazie con l'auto, pic-nic in emzzo al nulla, ameni panorami e la magica energia dell'Africa.

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