lunedì 5 marzo 2012

Gudu's Namibian experience - Parte settima

La sveglia dell'ottavo giorno (1 settembre 2011) è suonata poco dopo all'alba.
Poco dopo le sei del mattino gli uccelli già rumoreggiavano nei cespugli secchi e coloratissime lucertole si godevano il sole immobili sulle pietre.
L'aria era tiepida e dal loggiato su cui facevamo colazione la vista era spettacolare.
La Vigi era dedita ad una colazione continentale: uova, salsiccia e spremuta d'arancia; a quell'ora il solo sentirne l'odore mi dava la nausea e mi attenni alla mia classica colazione con te, croissant, marmellata e frutta.
Durante la colazione abbiamo incontrato "il nostro amico" e la sua guida. Parlando, abbiamo scoperto che avevamo lo stesso programma per la mattinata ovvero la visita alla foresta pietrificata.
La guida ci ha spiegato che ci sono molte foreste pietrificate, ma solo una è quella vera ed ufficiale e ci ha consigliato di seguire la sua auto.
Dopo mezz'ora eravamo sulla strada cercando di stare dietro alla guida che, da vera esperta, guidava a velocità per noi folli sulle strade sterrate e dissestate del Damaraland.
La prima cosa che ho notato del Damaraland è stata la notevole diminuzione di animali selvatici in contrapposizione all'aumento dell'attività umana.
Dopo circa 40 minuti di inseguimento, siamo finalmente arrivati alla vera foresta pietrificata. In effetti è stat auna fortuna poter seguire la guida, altrimenti ci saremmo persi in mezzo ai mille cartelli di "Petrified forest".
Abbiamo deciso di fare gruppo insieme ed avvalerci dei servizi di una guida locale ed abbiamo visitato la foresta. Trattasi di tronchi fossilizzati e diventati pietra; interessanti da vedere, ma niente di più.
Dopo la visita, abbiamo salutato i nostri compagni di viaggio temporanei, che si sarebbero mossi in direzione della capitale, ed abbiamo diretto le ruote del nostro Toyota verso le montagne bruciate.
Le montagne bruciate erano colline completamente annerite... non si sa da cosa.
Dopo le montagne bruciate abbiamo visitato le "organ pipes" canne di basalto di origine naturale dalla forma incredibilmente simile a canne di organo.
Dopo le Organ pipes, girando praticamente a caso, siamo arrivati nella zona delle pitture rupestri e, guidati da un'ennesima guida, abbiamo visitato anche quelle.
La zona del Damaraland non ha in verità grandi attrattive se non il Damaraland stesso. Il fascino selvaggio di questa regione meritava davvero la pena di essere ammirato. Gli alberi secchi, l'erba ingiallita, le strade polverose, i letti dei fiumi secchi donavano a questa zona un fascino ancestrale nel quale si inserivano alla perfezione gli ambiti rurali delle popolazioni autoctone.
Siamo tornati al lodge per pranzo poichè alle 15.00 avremmo partecipato ad una delle famose spedizioni alla ricerca degli elefanti della sabbia... motivo per il quale ci eravamo fermati così a lungo nel Damaraland.
Bisogna dire che io e la Vigi siamo molto più interessati al fattore naturalistico nei nostri viaggi e molto meno a quello umano... in questo viaggio abbiamo visitato quasi tutta la Namibia, ma abbiamo tralasciato tutte le visite ai villaggi ed alle "cose umanistiche" cercando invece di godere di ogni possibile esperienza inerente animali e natura.
Alle 15.00 eravamo pronti alla spedizione, eccitati come ad ogni spedizione e con macchina fotografica, videocamera e binocolo pronti.
La nostra guida era un bianco fra i 63 ed i 67 anni, sguardo fiero, capelli e lunga barba bianca e cappello da esploratore.
Ci ha subito anticipato che non c'era certezza di trovare gli elefanti della sabbia, ma che c'erano buone probabilità di avvistarli poichè si muovevano poco a causa di un cucciolo nato da poco.
Il tizio, che io e la Vigi abbiamo classificato subito come un "Duro e puro", ci ha fatti salire su di un camion in stile militare e poi è partito a tutta velocità.
Dopo qualche chilometro ha lasciato la strada principale per seguire dei sentieri stretti ed impervi.
Mentre guidava su sentieri che spesso rischiavano di far ribaltare il camion (con nostro grande spavento e divertimento), il duro e puro chiacchierava e rideva amabilmente raccontando aneddoti sul luogo e sugli elefanti della sabbia. L'amore per la Namibia trapelava da ogni sua parola e dal piacere dei suoi occhi nel godere quel paesaggio che ben conosceva... un duro e puro.
Dopo aver incontrato un locale che aveva avvistato gli elefanti, abbiamo deviato su sentieri ancora più impervi.
Io e la Vigi ci divertivamo come pazzi; accanto a noi un inglese rideva ad ogni "quasi ribalamento" e ci ripeteva in inglese "E' la seconda volta che partecipo, avete capito perchè? E' divertentissimo!". Le altre persone sul camion erano nettamente più preoccupate, ma al ritorno avrebbero raccontato con orgoglio di quella spedizione.
Una cosa che ho notato durante il viaggio e che eravamo praticamente gli unici turisti sotto i 35 anni presenti in tutta la Namibia... noi e la coppia giapponese che avevamo incontrato a a Sandwitch harbour... penso fosse dovuto al costo del viaggio... io e la Vigi abbiamo fatto grandi sacrifici per poterci permettere quell'avventura... ma ne è valsa la pena... i migliori soldi mai spesi insieme all'acquisto della mia testata Mesa Boogie, la mia chitarra elettrica JEM, la mia chitarra acustica Taylor e la mia moto.
Dopo circa mezz'ora arrivammo ad un piccolo e poverissimo villaggio composto da circa cinque edifici (di cui uno crollato) ed una cisterna d'acqua... cisterna che il gruppo di elefanti stava sfruttando per dissetarsi.
Il duro e puro e sceso dal camion ed ha portato ai poverissimi abitanti del villaggio uno scatolone di provviste... un gesto così "umano" da emozionarmi... un bianco che scende da un camion militare e porta del cibo a dei namibiani poverissimi senza chiedergli nulla in cambio e senza chiedergli di cambiare le loro abitudini o le loro credenze... questa è la vera umanità... le braccia che aiutano, sono più utili delle bocche che pregano diceva qualcuno.
Dopo la sosta ci siamo appostati ad una ventina di metri dagli elefanti che si abbeveravano. Il silenzio dell'Africa, quell'atmosfera surreale in cui si poteva sentire a venti metri il rumore degli elefanti che masticano.
Osservavo gli elefanti col binocolo per godere di ogni sfaccettatura.
Degli elefanti mi ha colpito la tranquillità del movimento e gli occhi, quegli occhi pacifici e sereni... quasi ieratici... si ieratici è la parola giusta... mi ricordavano gli occhi delle statue greche.
Gli elefanti, forse antichi dei incarnotisi nei corpi di giganteschi animali.
Dopo qualche minuto gli elefanti se ne sono andati e siamo potuti scendere dal camion per una sosta "bibita/pipì".
Dopo la sosta abbiamo nuovamente raggiunto i nostri amici pachidermi per osservare il loro lento incedere e nutrirsi. Un'infinita pace e calma nei loro movimenti: qualche passo, l'ammirazione (così mi è sembrato) per quello che avevano intorno e poi l'afferrare un ramo per nutrirsi.
Ci siamo avvicinati tantissimo, eravamo proprio vicini, non saprei dire quanto vicini, ma così vicini da sentirli non solo masticare, ma anche respirare.
Eravamo in quel luogo surreale quasi in mezzo agli elefanti, tutti in silenzio... venti essere umani in silenzio: miracolo uno... venti esseri umani in pace: miracolo due... venti essere umani in ammirazione della natura: miracolo tre.
Virginia scattava foto su foto affascinata dalla situazione, io osservavo il branco tentando di coglierne il comportamento: cercavo di capire chi era la sentinella, chi sceglieva il percorso e poi osservavo come il cucciolo era sempre tenuto nel mezzo fra due adulti; totalmente protetto.
Dopo una ventina di minuti il vento probabilmente è cambiato ed un esemplare enorme ha cominciato a muoversi rapido verso di noi agitando le orecchie... ecco qual'era la sentinella.
Il duro è puro ha acceso rapido il camion ed è fuggito attraverso il letto di un fiume in secca poichè l'elefante sentinella ci impediva di tornare sui nostri passi.
Fuggire da un elefante ha dato non poche emozioni a tutti, come anche i vari tentativi di tornare sul sentiero principale.
Al ritorno ci siamo fermati sulla punta di una montagna bruciata.
Era il tramonto, un bellissimo tramonto africano e la nostra guida ha tirato fuori un vino Namibiano prodotto in zona per un aperitivo campestre.

Un altro aperitivo al tramonto... non mi stufavo mai dei tramonti e nemmeno degli aperitivi. Ogni tramonto era diverso dall'altro e di una bellezza troppo bella per essere descritta con le parole. Potrei arrivare a dire che un solo tramonto Namibiano valga il viaggio.

Siamo rientrati al lodge che era già buoio... doccia, riposino e poi a cena.
La cena è stata pantagruelica come la sera prima ed allietata anche questa volta dai canti.
La sera a letto presto... forse ubriaco o forse no... non ricordo... di sicuro ero felice.

7 commenti:

chaill ha detto...

E quel di sicuro ero felice... paga, sempre.
Nono conosco la tua musica (me ignorante) ma se è un cis di come scrivi, sto innanzi a cose buone.
Lieta del tuo contributo alle 10 cose che fanno star bene l'Anima. A presto :-)

Sarah ha detto...

Viaggiare è qualcosa che apre cuore e cervello, soprattutto quando ci si lascia guidare dai sensi, dalle strade dissestate, dai tramonti e dall'aria. Mi sembra un viaggio stupendo il tuo, da viaggiatrice pura, ovviamente, ti invidio :)

gattonero ha detto...

Bellissimo diario, coinvolgente.
Ho osservato con voi gli elefanti, gli alberi pietrificati, l'umanità di quella guida...
Gli altri giorni li leggerò più avanti, se...
...togli il captcha; nei tuoi viaggi, robot sono certo che non ne hai incontrati, e anche qui non ce ne sono; il dover dimostrare di non essere robot per accedere ai commenti è scoraggiante. Se hai problemi, piuttosto metti la moderazione, che ti consentirà di dare o negare l'accesso a casa tua. Per favore...).

Vele Ivy ha detto...

Concordo, non ci sono soldi spesi meglio!
Troppo forte il commento dell'inglese :-)
E chi sa che emozione vedere gli elefanti nel loro ambiente naturale, dev'essere stata una sensazione meravigliosa. Che bello!

Unknown ha detto...

Non ho ancora avuto il tempo di immergermi nel tuo viaggio,
ma ti ringrazio del commento.
A presto
Cristiana

Signorina Silvietta ha detto...

Che meravilgia il tuo diario di viaggio! Adesso con calma me lo leggo tutto, per ora mi sono immersa solo in questo post!
Bellissimo viaggio!
Ho una coppia di amici che hanno scelto la Namibia come viaggio di nozze, partono a giugno , adesso gli consiglio il tuo blog!
E ci credo che eri felice... con un tramonto come quello ci si sente parte di un qualcosa di così strepitoso che non si può che gioire dello splendore della natura!

Greis ha detto...

Piano piano ti raggiungerò nel viaggio leggendoti.
Non potevo non ricambiare la visita dell'Omino con la chiatarra e ritrovo qui anche molti amici valginesi.
A presto :)